MANTOVA Christian Botturi si diverte un mondo con le metafore. Stavolta, per fotografare lo stato d’animo del Mantova dopo l’1-1 con l’Arzignano, attinge al ramo alpinistico. «La conclusione del girone d’andata per noi ha rappresentato il raggiungimento del campo base – esordisce il dt biancorosso – . Questo ci ha permesso di rifiatare e renderci conto che abbiamo compiuto un percorso importante. Da due settimane è ripartita la scalata, che ci ha già fatto capire le insidie che incontreremo da qui alla fine. Contro l’Arzignano, a tratti, il Mantova si è espresso ancora meglio che a Padova. Poi però, nel secondo tempo, c’è stato un calo fisiologico. Ci siamo come snaturati, forzando un po’ troppo alcune giocate, limitando il pressing e ricorrendo a qualche lancio da evitare. Ecco, non deve accadere. Dobbiamo cercare di mantenere i nostri principi, perchè altrimenti finiamo col giocare come gli altri, perdendo le nostre qualità a livello mentale e tattico. Detto ciò, sono felicissimo che sia passato il match con l’Arzignano perchè era di difficile interpretazione: dopo la vittoria di Padova abbiamo ricevuto mille complimenti, siamo finiti sotto i riflettori dei media nazionali e questo poteva essere pericoloso. Ora avanti tutta, senza guardare il campo base (ovvero la classifica)».
Per rafforzare il concetto, Botturi ricorre a un’altra metafora: «Mio nonno Giovanni era un alpino e mi diceva sempre: “tasi e tira”. Quel motto deve diventare nostro: da qui a fine stagione dobbiamo tacere e fare i fatti. Verranno altri pareggi e sconfitte, ma dovremo sempre tenere il coltello tra i denti onorando la maglia che indossiamo. E poi attenzione: il “tasi e tira” può essere declinato anche in gergo calcistico. Voglio intendere “tira” come un sinonimo di “calcia”. Per dire che dobbiamo mostrare più convinzione nel chiudere le partite. Quella con l’Arzignano andava chiusa prima».
Domenica Botturi ritroverà la Pro Sesto, che l’anno scorso sotto la sua guida condusse un eccellente campionato. «Porterò questa società sempre nel cuore, anche perchè l’ho sempre seguita, dai tempi in cui era ds uno dei miei maestri: Osvaldo Olivari. È una società seria, con giocatori di grande spessore anche umano come Gattoni, Toninelli, Bruschi, Del Frate, Maurizii… E poi ricordo il bellissimo striscione che i tifosi mi dedicarono all’andata. Auguro alla Pro di salvarsi, però domenica non può esserci spazio per i sentimentalismi. Ci aspetta un campo ostico e servirà una prova di forza».
Chiusura su tifosi e mercato: «Siamo molto contenti dell’entusiasmo con cui i tifosi ci stanno spingendo. Mi auguro che continuino così, perchè vi assicuro che il loro supporto lo sentiamo e ci sta aiutando tanto. Quanto al mercato, se faremo qualcosa, lo faremo analizzando molto attentamente il profilo umano dell’eventuale acquisto, oltre naturalmente alle sue caratteristiche tecniche. Non sono previste cessioni. Noto che la lista di osservatori di Serie A e B che chiedono l’accredito per il Martelli cresce di settimana in settimana. Ma ci teniamo stretti i nostri gioielli».