Calcio Serie C – Fedel: “Mantova, il grande salto che cercavo da tempo”

Fedel e Mensah
Fedel e Mensah

MANTOVA È un percorso strano, quello intrapreso finora da Giacomo Fedel. Ventun anni il prossimo 5 agosto, friulano, cresciuto nell’Udinese, è emigrato presto al Sud e lì è rimasto per tre campionati di Serie D con le maglie di Altamura, Molfetta e Nardò. Torna al Nord per la sua prima esperienza nel calcio professionistico. «E me la voglio giocare bene», puntualizza.
Perchè da Udine sei finito così lontano?
«Dovevo andare in prestito da qualche parte, ma le opportunità erano poche. Così, quando si è presentata l’opzione Altamura l’ho presa al volo. E al Sud sono rimasto per altri due anni».
Una scelta radicale…
«Non è stato facile, ma avevo le idee chiare: fin da piccolo volevo fare il calciatore, a costo di cambiare vita. La famiglia mi ha sempre sostenuto, a partire da mio nonno. Lui è arrivato fino alla Serie B, col Palermo».
Cosa ti porti da quei tre anni al Sud?
«Un bel bagaglio di esperienza. E una crescita, ovviamente come calciatore ma anche e soprattutto a livello umano: ora mi sento più autonomo e responsabile».
E adesso il Mantova: cosa rappresenta per te?
«Il grande salto che cercavo da tempo. L’occasione da sfruttare al meglio. Quando il direttore (Botturi, ndr) mi ha parlato, non ci ho pensato due volte a dirgli sì».
Conoscevi il Mantova?
«Sono sincero: solo per sentito dire. Idem la città: non ho mai avuto occasione di visitarla. Avrò modo di farlo, mi dicono che si sta bene».
Per il momento stai conoscendo i nuovi compagni a Veronello…
«Sta andando tutto per il meglio. In questi giorni pensiamo a fare gruppo. E noi giovani a carpire qualcosa dai più esperti».
Chi è il tuo compagno di camera?
«Appunto: Mensah. Uno che il Mantova lo conosce bene».
Un consiglio che ti ha dato?
«Di stare tranquillo».
Qual è la tua posizione in campo e il tuo calciatore di riferimento?
«Sono un centrocampista abbastanza duttile, però nasco mezzala e in quel ruolo mi esprimo al meglio. Tra i miei modelli, cito Nicolò Barella. Ma anche De Paul, con cui ho avuto l’onore di allenarmi ai tempi dell’Udinese».
Hai praticato altri sport?
«No. Però mi piace seguire l’Nba. Ho una grande ammirazione per LeBron James».
Torniamo al Mantova: cosa vi chiede Possanzini?
«Il mister mi piace. Ha idee stimolanti e principi di gioco funzionali alle mie caratteristiche».
Ma dove può arrivare questo Mantova?
«È presto per dirlo. Di certo avvertiamo tanto entusiasmo da parte dei tifosi, e questo è molto bello».
E a livello personale cosa ti aspetti?
«Voglio mettermi in gioco. Imparare dai miei compagni, prendendo qualcosa da tutti».