MANTOVA Così vicine, così lontane. Il confronto fra Triestina e Mantova, di fronte domani sera sul “neutro” di Fontanafredda, è interessante. Ricco di analogie e differenze abissali. Di certo è che, numeri alla mano, si tratta di un match di cartello: il Mantova è primo in classifica con 13 punti, la Triestina quinta con 9. Eppure chi è partita per vincere il campionato e andare dritta in B non è l’Acm, bensì la Triestina. Ovviamente ha tutto il tempo per riuscirci. Ma intanto il bilancio delle prime 5 giornate racconta di un Mantova più continuo, assolutamente lineare nel suo percorso (un pareggio e quattro vittorie di fila), mentre la Triestina ondeggia: sconfitta alla prima dal Trento, poi due vittorie consecutive, nuovo ko a Crema, largo successo a Busto (0-3).
La proprietà ambiziosa è un altro tratto in comune tra i due club. Ma se il progetto di Filippo Piccoli è a lungo termine e non prevede (almeno a parole) la promozione in B già quest’anno, quello della Triestina è stato impostato per riportare i giuliani tra i cadetti, dove mancano dalla stagione 2010-11 (l’Acm, per inciso, dal 2009-10: altra “quasi” analogia). È un progetto internazionale, visto che al comando delle operazioni c’è un fondo americano. Anche la squadra ha questa vocazione: ben 14 gli stranieri in rosa, nessuno ne ha di più. Siamo agli antipodi rispetto all’autarchico Mantova, che di stranieri ne conta zero (Mensah ha origini ghanesi, ma è nato a Bussolengo).
Per centrare l’obiettivo promozione, a Trieste non hanno badato a spese, attingendo a un budget tre volte superiore a quello del Mantova. E in effetti basta dare un’occhiata a qualche nome: il 22enne attaccante olandese Redan, scuola Ajax e Chelsea, proveniente dal Venezia in B; il centrocampista D’Urso, mai sceso in C prima d’ora; il bomber argentino Lescano, che da quattro stagioni va regolarmente in doppia cifra e nello scorso campionato ne ha segnati addirittura 20 col Pescara (ora è già a quota 4 in 5 partite). E poi il difensore sloveno Struna (anche in A col Palermo); il centrocampista Vallocchia; e tanti altri, tra cui l’ex Mantova Pierobon, finora poco impiegato ma uno dei pochi a salvarsi nella scorsa disgraziata stagione dell’Acm. In questo Triestina e Mantova si somigliano: entrambi gli organici (quasi rivoluzionati rispetto a un anno fa) presentano un mix equilibrato di gioventù ed esperienza, come dimostra l’età media praticamente identica: 24,6 anni la Triestina, 24,7 il Mantova.
Dove le due società hanno preso strade opposte è nella scelta dell’allenatore: un “vecchio volpone” come Attilio Tesser la Triestina, il debuttante Davide Possanzini il Mantova. Si potrebbero sottolineare altre analogie, come il numero degli abbonati (4mila il Mantova, 3.900 la Triestina); oppure differenze, vedi gli umori della tifoseria (al settimo cielo quella virgiliana, inviperita per la questione stadio quella giuliana). Resta il fatto che domani sera, al Tognon di Fontanafredda, andrà in scena una gran bella partita, tra due squadre che hanno tutto per puntare in alto. La vera, magnifica sorpresa è che una di queste è proprio il Mantova.