Calcio Serie C – Mattia Chiesa: “Mantova, il mio treno preso al volo”

Mattia Chiesa
Mattia Chiesa

MANTOVA «Un’occasione per emergere, per crescere e per dimostrare il mio valore». Così Mattia Chiesa definisce la sua nuova avventura mantovana. Trentino di Rovereto, classe 2000, indole brillante e carattere determinato, il portiere è giunto in riva al Mincio a fine gennaio, in prestito dal Verona. Sabato scorso, complice un’indisposizione di Chiorra, ha debuttato contro il Pordenone. E non è detto che Corrent non gli rinnovi la fiducia per il match di domenica col Vicenza.
«Sono qui per dare il massimo e per fornire il mio contributo per centrare l’obiettivo salvezza – spiega – . Sono felice di aver debuttato contro il Pordenone e sono felice anche del risultato. Nel senso che, secondo me, non ci deve far troppo rammaricare: abbiamo fornito una prova di forza contro una squadra blasonata e che viene dalla Serie B. Poi è chiaro che l’andamento della partita qualche rimpianto può generarlo». L’attualità e la classifica impongono di guardare avanti: domenica al Martelli arriva il Vicenza. «È un’altra partita bellissima – sottolinea Chiesa – . Come il Pordenone, anche il Vicenza è una squadra storica e che viene dalla B. Avremo una grande cornice di pubblico e questo dev’essere un’arma in più per noi, indipendentemente da quanti saranno i vicentini.
Chiesa racconta il suo percorso calcistico. «Sono cresciuto nella Sacra Famiglia, una società dilettantistica di Rovereto. Poi sono entrato nel vivaio del Chievo, fino all’esordio in D nell’Ambrosiana. Quindi è arrivato il Verona, che mi ha girato prima alla Virtus e poi al Trento. Sono portiere da sempre, è la mia stazza fisica che mi ha convinto a lanciarmi in quel ruolo. Che qualche soddisfazione alla fin fine la riserva pure». Mattia però ha sempre faticato a trovare spazio: «In realtà – precisa – non mi sono mai ritrovato ai margini. Anche quando non giocavo ero lì a disposizione, pronto nel caso a scendere in campo. E non ho mai sofferto di questa situazione perchè credo nel lavoro, nell’impegno e nella passione per quello che faccio. Tutti valori trasmessimi dalla famiglia e da Massimo Cataldi, il preparatore dei portieri che avevo a Verona e che rimarrà sempre un mio punto di riferimento». A Mantova è determinato a giocarsi le sue carte: «Questo è un treno importante – ammette – e io l’ho preso al volo. Rappresenta un’occasione per emergere, per crescere e per dimostrare il mio valore». Il suo ottimismo si rivela anche a precisa domanda: il Mantova si salverà? «Per forza!», è la pronta risposta. Una speranza, un obiettivo.