MANTOVA Nei giorni scorsi abbiamo parlato dei numerosi ex di Mantova-Pordenone, che andrà in scena lunedì alle 20.30 con diretta su Raisport. Su sponda friulana, oltre al celebratissimo Di Carlo, spicca Roberto Zammarini. Ventisei anni, centrocampista, cremonese di nascita (Casalmaggiore) ma mantovano d’adozione, è uno dei pochissimi giocatori cresciuti nell’Acm ad aver spiccato il volo verso categorie superiori, con quasi 100 presenze in Serie B all’attivo. Milita nel Pordenone dal gennaio 2018, con brevi parentesi a Pisa, ed anche lui (come Di Carlo) lunedì tornerà per la prima volta al Martelli da avversario.
Roberto, come ti stai avvicinando a questa partita speciale?
«Con un’emozione bellissima, perchè il Martelli per 10 anni è stato la mia seconda casa. Ancora oggi, quando torno a casa a Gussola e ci passo davanti, non posso fare a meno di guardarlo. Sono contento di rivedere tanti amici, cito per tutti Tarabori e Croci; e ragazzi che hanno giocato con me a Pordenone come Mensah e Silvestro».
Al Mantova devi la tua crescita, ma anche il debutto tra i professionisti…
«Accadde con Juric, che decise di tenermi in prima squadra quando avevo solo 18 anni, con mia grande sorpresa. Ho un bellissimo ricordo di quel periodo».
Oltre a Juric, quali altri allenatori sono stati fondamentali per la tua crescita?
«Io sono “esploso” nella Berretti con Pavesi. È lui che mi ha messo nelle condizioni di fare il salto in prima squadra. Un altro mister cui devo molto è Bergamini, che mi veniva personalmente a prendere per gli allenamenti. E poi Cortesi, Rossato, Savoldo… Non dimentico Javorcic: al Mantova non è stato fortunato, ma si vedeva che sarebbe diventato un bravo allenatore».
Il Mantova ti ha ceduto nel gennaio 2017 per ragioni di bilancio…
«Andai in B al Pisa, ma non ero ancora pronto. Diciamo che per completare la mia crescita sarebbe forse stato meglio chiudere la stagione in biancorosso».
Cosa pensi dell’attuale situazione del Mantova?
«Mi fa male vederlo soffrire nelle ultime posizioni. Il Mantova meriterebbe altre categorie».
Il Pordenone capolista forse non è l’avversario ideale per i biancorossi…
«Noi stiamo bene e siamo pronti. La vittoria nell’ultimo turno contro l’Arzignano ci ha restituito certezze, siamo in linea col nostro percorso. Ora serve continuità, dunque proveremo a centrare un bel risultato anche a Mantova».
Tu, ormai da svariati anni, sei un punto fermo della squadra. Hai trovato la tua dimensione ideale?
«Ho trovato un ambiente simile a Mantova, nel senso di caloroso. Qui mi sono da subito sentito a casa. La società e il mister mi danno fiducia, e io sono felice di essere rimasto».
Come ti trovi con Di Carlo?
«Molto bene. Ci siamo trovati spesso a parlare del Mantova in questi mesi, e so che anche per lui quella di lunedì sarà una serata particolare».
Hai ancora parecchi anni davanti per giocare: qual è il tuo obiettivo?
«Riportare il Pordenone in Serie B. Ora non penso ad altro. Poi, se vogliamo guardare avanti, il sogno di giocare in Serie A lo coltivo ancora».
La classica domanda per chiudere: dovessi segnare lunedì, esulterai?
«No».