MANTOVA Non è un “ribaltone”, ma motivazioni strettamente personali, la cui origine le sa solo lui. Alessandro Beduschi, da oltre un decennio – cioè praticamente dalla sua fondazione – lascia il vertice di Fratelli d’Italia. La notizia, quasi sussurrata ell’ambiente dagli accoliti tricolori virgiliani, ha trovato ieri conferma dallo stesso interessato, che lascia comunque intendere che all’origine del proprio abbandono non sussistono divergenze né con i vertici nazionali, né con la militanza. Solamente un bisogno personale di trovare uno spazio intimo nel proprio vissuto, che la politica evidentemente aveva invaso oltre le soglie di tolleranza.
Le indiscrezioni erano cominciate a diffondersi già durante il consiglio comunale di ieri sera. «Pare che…», era l’attacco che correva di bocca in bocca. Ma lo stesso pronunciamento ha trovato poi conferma nell’interessato, che ha preso la telefonata ex abrupto celiando in maniera ben nota agli ambienti della destra decisa, cui Beduschi non ha mai mancato di negare la propria appartenenza: «Sì, è venuta l’ora delle decisioni irrevocabili”. Giorgina [la Meloni, ndr] mi chiede di rimanere e ripensarci, ma io devo anche guardare in casa mia. Col cuore direi sì, di rimanere, ma con la mente proprio no. E non ci possono proprio essere vie di mezzo».
Dunque è vero, il capofila di Fratelli d’Italia, che per primo nel mantovano ebbe l’ardimentosa (e all’epoca molto criticata) volontà di compiere lo “strappo” da Alleanza nazionale, per abbracciare la fazione destrorsa del centrodestrismo indemocristianito dell’ex Msi, oggi si chiama fuori.
Non fuori dal partito, s’intende. È lui stesso a precisare che «torno a fare il simpatizzante, il militante». Ma senza più ruoli particolari e di vertice. Una questione insomma di priorità: o la vita privata, o la vita pubblica. Tra le due opzioni, nel bivio pitagorico, vale indubbiamente la sfera del privato. Le sue dimissioni sono già state formalizzate, e a quanto pare, come detto in battuta col lessico mussoliniano, sono «irrevocabili»,
Il dubbio viene: proprio nel momento in cui i sondaggi attribuiscono a Fratelli d’Italia una leadership assoluta nel centrodestra, con buone possibilità di affermare lo stesso centrodestra alla guida del paese, lui molla? Non sarà forse che Beduschi si sia vista mancare un’opportunità, chiediamo? «Assolutamente no – risponde –. Proprio Giorgina mi vorrebbe a Roma al posto della Rauti, ma come ripeto, il problema non è politico, ma coinvolge strettamente la sfera del mio privato».
Lascerà proprio tutto? «No, per una questione affettiva e per l’amicizia con Giordano Bruno Guerri, resto nella fondazione nata per ristrutturare il Forte di Pietole. Mi spiacerebbe non portare a termine questa cosa».
Tra oggi e domani arriva, pare, dovrebbe arrivare la surroga. Ma a chi toccherà prendere il testimone? «Io – conclude Beduschi – sto cercando di rimettere in movimento Carlo Maccari (l’ex assessore regionale, ndr). Ma so che la carica potrebbe andare anche a una nostra valida portabandiera, Paola Mancini, assessore di Castel Goffredo». E a questo punto la decisione della successione tocca ad altri.