BASSO MANTOVANO – La presenza del lupo, nella pianura Padana e più in particolare nei territori mantovani e reggiani confinanti, sembra ormai stabile: l’esemplare, avvistato più volte in branco, si ciberebbe di nutrie, lepri e carcasse di animale illegalmente smaltite. A questo proposito con l’intento di informare la cittadinanza di entrambe le aree confinanti, un incontro informativo, da tenersi questo venerdì alle 20.30 nella sala civica della località reggiana di Novellara, è stato organizzato. Nei giorni scorsi, simili segnalazioni sono pervenute anche dai territorio dell’alto mantovano. «Le province lombarde di pianura come Cremona e Mantova – afferma Luigi Molinari, tecnico faunistico e relatore dell’incontro i programma – sono attualmente tra le ultime zone in Italia ad essere interessate dal processo di ricolonizzazione dal lupo, in atto dalla fine degli anni ‘70. Dall’altra parte del Po invece, nelle province emiliane di pianura come Parma e Reggio Emilia, il processo risulta più avanzato: da qualche anno infatti esistono nuclei familiari territoriali di lupo che occupano l’area. La presenza di un grande predatore come il lupo in contesti urbanizzati crea, soprattutto all’inizio, allarme e preoccupazione, spesso immotivata. Il lupo, è un animale selvatico da rispettare, è pertanto essenziale, oltre a proteggere gli animali domestici, non fornirgli mai cibo e fare in modo che non trovi, soprattutto in contesti urbani rifiuti e sottoprodotti di origine animale. «Analogamente – continua il tecnico faunistico – il rischio che l’esemplare attacchi una persona è statisticamente bassissimo, quasi inesistente. I lupi da tempo hanno imparato a temere l’uomo, questa è un’ottima cosa, e di conseguenza dobbiamo fare in modo che tale abitudine, persista anche nel futuro».