Tribunale: il ministero paga i nuovi lavori, ma non i debiti

MANTOVA – Il progetto di rifacimento del palazzo del Tribunale, e annessa Procura, arriva in Comune per una presa visione – dato che si tratta di opere da realizzarsi su un bene di proprietà di via Roma, ma i soldi tanto attesi non arrivano. Il nuovo intervento sarà interamente finanziato dal ministero di grazia e giustizia, e nondimeno, fra affitti e interventi realizzati dall’ente locale per conto del ministero, lo stesso Comune è creditore per quasi 3 milioni, che lo Stato centrale promette di pagare solamente per un terzo, e con una dilazione trentennale. Danno e beffa insomma. E certo deve averla percepita come tale la giunta di via Roma quando ieri mattina sul tavolo si è vista arrivare per la rituale preso d’atto il progetto d’intervento presso il palazzo di via Poma finalizzato al consolidamento strutturale del piano ammezzato della Procura della Repubblica. Tale progetto è funzionale all’installazione di armadi compattabili meccanizzati, per uso d’archivio, dotati di antincendio integrato. Il ministero di Giustizia garantisce la copertura finanziaria di 134mila euro per l’intervento e che l’appalto misto adottato dalla Procura della Repubblica vede le prestazioni realizzative comprensive degli oneri progettuali. L’intervento ha già ottenuto l’autorizzazione della Soprintendenza ed è stato ritenuto idoneo e meritevole alle necessità che si prefigge. «Prosegue la collaborazione fattiva tra enti – ha detto il vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli – per il bene della comunità». Ma quel “bene della comunità” mantiene ancora lo strascico di un braccio di ferro fra il Comune e il ministero. È infatti dal 2015 che nessun ministro guardasigilli si è preoccupato di onorare i soldi anticipati dall’ente locale, che per la precisione ammontano a 2 milioni e 700mila euro. Anzi, di fronte alle richieste pressanti di storno, Roma replica con una condizione inaccettabile: verrà pagato solo un terzo (900mila euro) dilazionato in 30 anni. Cioè, praticamente, solo 30mila euro all’anno. «Con il progetto approvato oggi il Comune non tirerà fuori un euro – spiega il vicesindaco –, trattandosi solo di una presa d’atto. Per il pregresso, non solo noi, ma l’Anci, ossia tutti i Comuni italiani creditori si stanno muovendo per fare opposizione a quella risoluzione», conclude Buvoli.