MANTOVA Ha un doppio motivo per essere soddisfatto Antonio Carra, segretario provinciale della Lega: la conferma di Attilio Fontana (che ha seguito lo spoglio in via Bellerio con il leader Matteo Salvini) alla guida della Lombardia e la ritrovata crescita del Carroccio dopo il risultato tutt’altro che soddisfacente delle politiche. E potrebbe essercene un terzo nel caso fosse nuovamente eletta Alessandra Cappellari come in casa del movimento sperano. «Chi si è recato alle urne ha riconosciuto il buon lavoro del centrodestra, che soprattutto nelle difficoltà ha saputo tenere la barra dritta, anche quando da Pd e 5 Stelle, che in quel momento stavano al governo, arrivavano cattiverie di ogni genere verso Fontana, trascese spesso in offese personali o, come si è visto, in mere invenzioni atte a screditare il lavoro fatto». Ma per Carra il momento è propizio per togliersi i fatidici sassolini dalle scarpe nei confronti degli avversari politici, tema che collega al costante e crescente aumento della disaffezione alle urne da parte dei cittadini. «Il dato inconfutabile sull’affluenza bassissima rivela che per una volta che anche molti elettori di sinistra hanno disertato le urne.
La chiave di lettura è semplice: non hanno intravisto nei candidati che si sono presentati figure in cui riporre fiducia, anche perché hanno passato la campagna elettorale a screditare il centrodestra che viceversa ha saputo ascoltare il territorio».
Ce n’è anche per il terzo polo: «Ai referenti locali, un tempo alleati, che quasi rischiarono di farci perdere le provinciali, mi limito a ricordare che in politica la coerenza è ancora un valore»