MANTOVA Era dai tempi lontani dell’amministrazione provinciale retta da Davide Boni (1993-1997) che la locale azienda di trasporti poteva dirsi feudo del centrosinistra: un quarto di secolo senza avvicendamenti nel quale Provincia e Comune, ossia i maggiori azionisti, più o meno d’intesa collocavano amministratori d’area.
Il passaggio di mano di Palazzo di Bagno a Carlo Bottani, espressione del centrodestra, ha sparigliato il tavolo, e già da mesi si profila un segnale di svolta, peraltro non semplice, dato che i bilanci sofferenti – causa anche la pandemia e la crisi generale del trasporto pubblico – oltre all’appuntamento della non lontana gara del 2025 per l’aggiudicazione del trasporto pubblico locale, lasciano al centrodestra non poche proverbiali castagne da togliere dal fuoco. In più, come si recepisce da più parti, parrebbe non esserci pieno accordo fra i soggetti della coalizione.
La Lega, che da tempo aveva avanzato vari nomi per la successione di Daniele Trevenzoli, aveva dapprima ipotizzato di assegnare la presidenza al commercialista Romano Bondavalli; oppure al suo segretario cittadino Cristian Pasolini. Al rifiuto di entrambi, pare che l’assegnazione sia data a un tecnico esterno, il piacentino Medardo Zanetti, già collaboratore stretto dell’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi.
È a questo punto che, secondo voci autorevoli, entra in gioco il centrosinistra con un’azione da “guastatori”. Approfittando dei mal di pancia della coalizione avversaria, evidenziati dalle rivendicazioni di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, il sindaco del capoluogo Mattia Palazzi ha mosso il proprio capo di gabinetto in via Roma per lanciare una proposta alternativa: quella del sindaco voltese Luciano Bertaiola.
Di una “tattica da guastatori” si parla nel centrodestra, lasciando intendere tuttavia che la trappola del sindaco non ha avuto conseguenze. I programmi restano fermi rispetto alle conclusioni dei tavoli e venerdì 23 giugno la nuova assemblea dell’Apam rinnoverà le cariche.