MANTOVA Il Sovrintendente Juri Putzu della sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Mantova spiega le nuove sfide della criminalità digitale, che colpiscono sia adulti che giovani. «Non siamo più la Polizia Postale – precisa Putzu – ora siamo la sezione operativa per la sicurezza cibernetica e ci occupiamo di crimini complessi come pedofilia, criminalità organizzata , terrorismo e attacchi informatici».
Anche a Mantova si registrano casi di pedofilia. «La pedofilia è presente ovunque. Chiunque scarichi (o invii) materiale pedopornografico, anche solo un’immagine, commette un reato», afferma Putzu. Il problema è che molti minori non comprendono la gravità delle loro azioni. Non fate, ed inviate, mai foto nudi di voi stessi fino ai 18 anni: è pedopornografia, anche se inviate volontariamente. Si sconsiglia anche agli adulti di diffondere le proprie immagini nude nel web. «Molti ragazzi pensano che una foto che si cancella subito sia sicura, ma può essere salvata facilmente», avverte Putzu. Una volta salvata, l’immagine può compromettere la vittima.
Putzu parla anche degli sticker: «Alcuni ragazzi scambiano sticker con immagini ritraenti minori nudi o in atti sessuali. Anche questo è pedopornografia». Un solo sticker o foto di un minore costituisce reato. La polizia invita a sensibilizzare i giovani sui rischi di queste pratiche. La Sezione Operativa ha avviato un’attività di prevenzione nelle scuole.
«Solo nell’ultimo anno scolastico– riferisce Putzu – nel Mantovano, abbiamo visitato 27 scuole, incontrato 2831 studenti, 187 professori e 90 genitori. Spieghiamo i rischi del web e il cyberbullismo». Molti ragazzi non comprendono il peso delle loro azioni online, come i meme sugli insegnanti. «Creare un meme per ridicolizzare un professore è un reato molto grave. L’insegnante può querelare». Per chiarire la gravità di queste azioni, Putzu usa un esempio provocatorio: «Fatemi una foto o un video, che quest’anno voglio andare alle Maldive», riferendosi ai risarcimenti che possono derivare dall’uso illecito di immagini. Il messaggio ai ragazzi è chiaro: non si scherza con la reputazione degli altri. Un problema in crescita sono le truffe online, come i finti investimenti in criptovalute e trading online. «I truffatori attirano le vittime con promesse di guadagni facili, utilizzando video modificati che mostrano personaggi famosi. Si comincia con investimenti minimi, come 250 euro, per poi essere spinti a versare di più». «Il problema è che la tua testa è concentrata sul guadagno facile: soldi, velocità, soldi; i truffatori tendono a pressare la vittima per non dare il tempo di ragionare. Non ti fermi a pensare, ma se lo facessi, vedresti la truffa», spiega Putzu. Basta una semplice ricerca su Google per verificare l’affidabilità di un sito. Anche la Consob pubblica un elenco aggiornato dei siti di trading non autorizzati. Un’altra truffa frequente è il “phishing”, con cui si rubano dati sensibili tramite email o sms (“smishing”). «I truffatori inviano link falsi da banche o uffici postali e chiedono le credenziali per accedere ai conti. Spesso, per sembrare affidabili, usano il “spoofing”, replicando numeri telefonici autentici: quando guardi la chiamata, il numero è lo stesso delle Poste locali o della stazione dei Carabinieri del paese vicino, ma stanno parlando i truffatori. In questo caso, chiudere la chiamata e richiamarli subito: verrete reindirizzati all’operatore reale che ovviamente non saprà nulla della telefonata appena effettuata» Putzu precisa che, ne le forze di polizia, ne i vari istituti bancari, chiedono mai di spostare o inviare denaro. Il futuro delle truffe inoltre sarà sempre più sofisticato con l’intelligenza artificiale. «Presto sarà possibile ricevere una telefonata con la voce di un familiare che chiede aiuto, ma sarà una truffa. L’intelligenza artificiale può simulare perfettamente la voce di una persona». Per difendersi, Putzu consiglia di stabilire password segrete in famiglia. Domande come «dove siamo andati a mangiare ieri?» possono essere utili per identificare le frodi. Il sex extortion è un’altra truffa, in cui le vittime vengono ricattate con propri video intimi. «Non pagate mai, perché cedere porta a ulteriori richieste di denaro», avverte Putzu. Spesso, il ricatto continua finché la vittima non reagisce o segnala l’accaduto alle autorità. Le truffe sugli affitti, particolarmente frequenti durante le vacanze o all’inizio dell’anno accademico, rappresentano un altro rischio. «Non concludete mai transazioni fuori dai portali sicuri», ricorda Putzu. Anche le aziende sono bersaglio di attacchi. La truffa “man in the middle” intercetta email aziendali e modifica i dettagli bancari. «Verificate sempre telefonicamente i dettagli prima di effettuare pagamenti», raccomanda Putzu. Infine un messaggio chiaro: «La prevenzione è la nostra arma più efficace». Educare i giovani, monitorare l’uso della tecnologia e segnalare sospetti sono essenziali per difendere la sicurezza online.
Antonia Bersellini Baroni