MANTOVA La forza di una squadra è il collettivo. Si dice sempre così, poi in qualche caso è vero e in altri meno. Alla prima schiera appartiene senz’altro il Mantova, che dall’unità del proprio collettivo, dentro e fuori dal campo, ha costruito la promozione dello scorso anno. Una virtù che si sta riproponendo in Serie B. Gli equilibri nello spogliatoio sono sempre più solidi, neppure i nuovi giocatori hanno incontrato difficoltà nell’inserirsi. Quanto al campo, basta ricordare l’amplissimo turn over adottato da Possanzini nelle ultime quattro partite per farsi un’idea: 8 elementi cambiati nell’undici anti-Palermo rispetto alla partita precedente, 7 in quello anti-Cremonese. Eppure le prestazioni non ne hanno risentito, segno che tutti, dopo il comprensibile rodaggio iniziale, sono entrati in confidenza con il gioco di Possanzini. Con l’impiego di De Maio contro il Palermo, il tecnico biancorosso è arrivato ad utilizzare tutti i componenti del suo organico (eccezion fatta per i portieri Sonzogni e Botti): 24 il numero totale.
Ma spostiamo i riflettori sui singoli, per curiosare su numeri (fonte transfermarkt) e rendimento. A centrare l’en-plein di presenze in queste prime 13 giornate sono stati in quattro: Festa, Galuppini, Mancuso, Bragantini. Tutti loro sono sempre scesi in campo, ma l’oscar va assegnato al portiere che è l’unico ad aver giocato dal primo all’ultimo minuto tutte le partite per complessivi 1.170 minuti (recuperi esclusi). Galuppini, Mancuso e Bragantini, invece, sono spesso subentrati in corso d’opera o sono stati sostituiti, cosicchè il loro minutaggio non figura tra i più alti della compagnia.
Se infatti prendiamo la classifica dei minuti, dietro all’inossidabile Festa, troviamo Brignani (995’), Burrai (900’), Trimboli (897’), Redolfi (855’) e Bani (801’). Il più sorprendente è Bani, che lo scorso anno di questi tempi trovava pochissimo spazio. A cambiare le carte al suo destino è stato Possanzini, che da centrocampista l’ha trasformato in terzino sinistro: un ruolo cui il buon Cristiano si è adattato presto e bene. L’infortunio di Panizzi ha fatto il resto, obbligando di fatto Possanzini a schierarlo con assiduità.
Tasto dolente: il gol. Il Mantova ne ha segnati solamente 12: solo Carrarese, Cittadella e Frosinone hanno fatto peggio. Nove i giocatori andati a segno, solo due dei quali possono vantare due reti: Mancuso e Bragantini. Gli altri, a quota uno, sono Redolfi, Solini, Ruocco, Burrai, Galuppini, Debenedetti e Fiori (precisazione: il totale dà 11 perchè il gol del 2-2 con la Reggiana fu un’autorete). Il digiuno più lungo è quello di Fiori, che ha segnato la sua unica rete al 2’ di Mantova-Cosenza (seconda giornata) e non si è più ripetuto. Segue a ruota Bragantini, addirittura in gol nelle prime due giornate. Nell’elenco stona l’assenza di Mensah, tanto monumentale nel cosiddetto “lavoro sporco” quanto pasticcione sottoporta. Ma verrà anche il suo momento. Come verrà quello di altri giocatori che, pur non essendo attaccanti, in C hanno fornito un contributo pesante in fatto di gol: uno su tutti, Brignani.
Mensah si riscatta nella classifica degli assist, che lo vede al comando a quota 2. L’ultimo è quello servito a Burrai che ha deciso il derby di sabato scorso con la Cremonese.
E veniamo alle sanzioni. L’espulsione di Trimboli a Bari è l’unica, nell’era Possanzini, di un giocatore in campo (c’era stato il precedente di Panizzi nella scorsa stagione, ma dalla panchina). Il biancorosso più ammonito è Burrai, che contro la Cremonese ha ricevuto il quinto cartellino giallo e verrà di conseguenza squalificato per la prossima partita. A quota tre ammonizioni sono Solini, Aramu e Redolfi.
Chiudiamo con i giocatori subentrati e quelli sostituiti. Ruocco e Wieser sono subentrati in ben 8 partite, Mancuso e Bragantini in 7. Sono evidentemente i più considerati da Possanzini quando si tratta di cambiare l’inerzia della partita. Viceversa Fiori (8), Mensah, Aramu e Galuppini (7) sono quelli più volte sostituiti.
Abbiamo lasciato per ultimo il numero più importante: 16, quello dei punti conquistati finora dal Mantova. Potevano essere di più o di meno, ma per il momento è un bottino di cui andar fieri.