MANTOVA Quella che può definirsi una serata da boomer, per usare un termine che va di moda a introdurre un concerto-tributo su un gruppo che non è mai passato di moda. C’era solo qualche posto vuoto probabilmente a causa di qualche forfait dell’ultimo minuto, ieri sera al Teatro Palaunical dove è andato in scena il concerto dei Pink Floyd Legend. La particolarità dell’evento era dovuta al fatto che con la band romana che da anni porta in giro spettacoli che riproducono i concerti dei Pink Floyd, c’era anche la Legend Orchestra & Choir, formati per questa occasione dal Verona Concertus Ottoni e dalla Corale Polifonica Sforzesca diretti dal maestro Giovanni Cernicchiaro. Grazie a questo ensemble è stata possibile l’esecuzione dell’intera suite Atom Heart Mother, da uno degli album più iconici di Waters e soci. Esecuzione impeccabile nei suoi 23 minuti e oltre, salutata da un’autentica standing ovation. Altro momento clou della serata è stato l’omaggio a Rick Wright, il tastierista della band scomparso nel 2008, con l’esecuzione di Summer ’68 dallo stesso album e sempre con il coinvolgimento dell’ensemble. Il resto del concerto ha ripercorso alcuni dei principali momenti della carriera del quartetto londinese, in particolare nel repertorio più recente. All’apertura di Shine on you crazy diamond ha fatto seguito Learning to fly dal primo album senza Roger Waters. Ampio spazio ai brani di The dark side of the moon con la vetrina per le tre brave coriste di The great gig in the sky, e altrettanto ampio spazio soprattutto per la spettacolarità ai brani di The wall. Versioni rese in maniera filologica con un paio di lievi incertezze, mentre per chi scrive l’hi-light dello show è stata l’esecuzione di Pigs dall’album Animals. Bis finale roboante con Run like hell, lo stesso bis che proponevano i Pink Floyd post-reunion a tre negli anni 80 e 90, quindi tutti a casa dopo quasi tre ore di spettacolo e di quella che per una generazione nata a cavallo tra gli anni 50 e 60 è la musica classica del XX secolo.