MANTOVA Approcci più o meno espliciti non solo perpetrati nei confronti della figlia della propria compagna ma altresì di altre donne, tra amiche della persona offesa e vicine di casa. A finire sul banco degli imputati, circa l’ipotesi di violenza sessuale, un cinquantenne cittadino dell’Est Europa residente nell’Alto Mantovano. Una vicenda protrattasi in via presuntiva per qualche anno fino al 2019 e che vede come unica parte civile, con l’avvocato Viviana Torreggiani, proprio la “figliastra ” dell’accusato, oggi 25enne. Ed era stata proprio questa, in apertura d’istruttoria, a rievocare in aula i fatti oggetto del procedimento. In sostanza, stando al suo racconto, sarebbe stata vittima di reiterate molestie messe in atto, dietro un apparente affetto paterno, fin da quando lui, messosi insieme con sua madre, si era trasferito a casa loro. Nel dettaglio l’ampio ventaglio di avance e tentativi di avvicinamento sarebbero constati in abbracci, carezze, baci sul collo e sulla guancia, nonché sul décolleté. Un paventato modus operandi che, sempre stando al novero delle testimonianze, sarebbe stato praticato non solo a lei, ma bensì anche ad altre, come alcune sue amiche abbordate su Facebook. Fino all’aprile di cinque anni fa quando la giovane, che nel frattempo aveva pure cercato di far aprire gli occhi alla madre sul conto di chi si fosse messa in casa, si era alla fine decisa a denunciarlo ai carabinieri. Per la difesa, di contro, il reato contestato sarebbe da ritenersi del tutto spropositato così come sostenuto ieri, innanzi al collegio presieduto da Gilberto Casari, dallo stesso imputato: «Non è vero nulla, sono stato frainteso, i miei erano solo baci sulle guance», ha dichiarato l’uomo ricusando ogni addebito ma confermando a proprio carico un precedente sollevato dalla parte civile e relativo al maggio 2022 quando era stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale e furto: i militari avevano trovato un’auto rubata in un fosso e dai controlli era emerso come al momento dell’incidente alla guida vi fosse proprio lui, dopo aver sottratto la vettura al padre di una ragazzina di 11 anni che aveva molestato poco prima durante un pranzo.