MANTOVA Con un’interpretazione magistrale di “Die schöne Müllerin”, il ciclo di Lieder per voce e pianoforte di Franz Schubert ( 1797-1828), Mark Padmore ha conquistato il pubblico del Bibiena. Appuntamento di grande prestigio, quello proposto martedì sera da “Tempo d’Orchestra”, stagione concertistica di Oficina OCM, con il celebre tenore inglese che ha confermato le sue straordinarie doti vocali, abbinate a una sensibilità espressiva e una competenza musicale di assoluta eccellenza, che gli valgono una notorietà a livello mondiale. Qualità, oltre a una mirabile estensione e agilità vocale, che gli hanno consentito di affrontare la sfida del capolavoro liederistico schubertiano con una spontaneità comunicativa pienamente coinvolgente. E’ da sottolineare anche l’eccellente supporto offertogli dal pianista Roger Vignoles, impeccabile interprete del ruolo fondamentale di evocazione sentimentale e descrittiva, ben al di là del semplice accompagnamento, assegnato da Schubert al pianoforte. L’interpretazione offerta da Mark Padmore dell’opera costruita sulla base dei versi del poeta Wilhelm Müller ha saputo trasmettere, insieme alla pura bellezza lirica del canto, il senso profondo dell’intonazione musicale data dall’invenzione schubertiana al testo letterario. La storia dell’amore deluso per la “bella mugnaia”, lo scorrere dell’acqua del ruscello, sono pure metafore di un inesauribile moto di ricerca vitale che la trasposizione musicale ha arricchito di una chiara dimensione metafisica. Come ha evidenziato il musicologo e compositore Francesco Antonioni, nel corso dell’incontro d’avvicinamento all’ascolto tenutosi lunedì pomeriggio nel foyer del Teatro Sociale, a cura dell’Associazione Amici dell’Ocm, con la creazione del ciclo di Lieder Schubert è riuscito a dare al testo poetico un’identità unitaria alimentata da un preciso intento descrittivo della drammaticità dei sentimenti umani e da un intreccio dialettico, straordinariamente avvincente, tra il canto e il pianoforte. “Die schöne Müllerin” è la perfetta testimonianza di un ambiente che non c’è più, quando a Vienna, nel periodo della Restaurazione, queste musiche allietavano riunioni tra amici: una musica per cultori raffinati e partecipi che merita assolutamente di essere preservata in questa dimensione intimistica. Lo ha dimostrato mirabilmente il concerto di Mark Padmore e Roger Vignoles, applauditissimi protagonisti di un evento da incorniciare che, però, ha evidenziato la persistente difficoltà di approccio del grande pubblico verso le proposte dedicate alla musica liederistica. Il costante impegno di “Tempo d’Orchestra” nel selezionare una variegata programmazione di qualità, merita in ogni circostanza un’adeguata risposta della folta schiera dei suoi sostenitori. Anche (e soprattutto) quando offre opportunità particolari, magari di nicchia, ma sicuramente formative, affidate a grandi interpreti. Dai “grandi” c’è sempre da imparare. (gmp)