“Il fiume e il re di pietra” a Pegognaga

MANTOCA Il Fiume e il Re di pietra è il racconto di un viaggio reale, vero e simbolico. È risalire instancabilmente la corrente per poi scendere sereni a valle, come nella vita.
È sporcarsi le mani col fango per poi lavarlo con l'acqua e tentare di scrutare l'immensità in un granello di sabbia.
È ascoltare all'alba il gorgoglìo dell'acqua alla sorgente e nel buio della notte il crepitio del fuoco. È ascoltare lo sbattere di canne al vento, la sabbia che cede sotto i nostri passi e il muggire delle mucche che pascolano al Lago Fiorenza. [5]
Il Fiume e il Re di pietra è l'ardire di tradurre con parole e suoni l'amore verso ciò che più incarna la nostra pianura [e il nostro SÉ]: il Po.
Il Fiume e il Re di pietra chiede due cose a chi guarda, a chi ascolta, a chi vuole essere: aprire le orecchie e il cuore perché anche il più insignificante silenzio è carico di vita. Sono soprattutto le grandi città che stanno morendo. L’automazione si sta mangiando tutto, un po’ alla volta. Ci porta via l’anima, ci porta via la coscienza, ci porta via quello che di buono abbiamo. Fuggiremo un giorno da questo, ci rifugeremo dove il contatto umano è l’unica cosa che resta. E stare a contatto con la natura, con un albero, col fiume, col cielo, con la terra, sarà l’unica cosa vera.
Il Fiume e il Re di pietra è il racconto, in forma di reading musicale, di un viaggio reale, vero e simbolico fatto dagli autori [2] e durato 14 mesi. Elia Scanavini ha chiesto a Davide Longfils di scrivere della tensione verso il Fiume e nelle parole che ascolterete c'è la risposta.
In questo viaggio si inseriscono due contributi importanti che ne definiscono la 
punteggiatura: alcune illustrazioni di Alessandro Sanna tratte da Fiume lento (Rizzoli, 2013) e alcune fotografie di Harold Null tratte da Riva di Po (Valdonega, 1965).
Pedali ed effetti per chitarra sono appositamente creati da Davide “Dr Doom” Benedini.
La voce off è di Edvige Ciranna e compare in due punti: l'introduzione dell'autore e, successivamente, un estratto da Colloquio corale di Aldo Capitini.
Strumenti ed oggetti percossi o soffiati insieme ad una chitarra [6] accompagnano le voci. 652 sono i chilometri che separano la foce dalla sorgente.
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La vita è una sequenza interminabile di delusioni ed è splendida proprio perché non ci da ciò che vogliamo seguire, questo cammino richiede molto coraggio e pochi ce l’hanno, solo quei pochi tremendamente perseveranti che prendono ogni evento della vita come un’occasione e non come un affronto alla fine capiranno. Se invece impieghiamo tutte le energie nel tentativo di far funzionare la nostra strategia giriamo a vuoto e l’infelicità continuerà fino al giorno della morte. La vita è fatta soltanto di occasioni e nient’altro e ciò comprende tutto quello cui riusciamo a pensare.