VIADANA – «Sui nostri anziani ospiti di Rsa pesa come un macigno il blocco delle visite: non poter vedere i propri familiari è per loro un’esperienza di solitudine devastante». Secondo Silvia Angelicchio, presidente della Rsa di Viadana «è necessario garantire qualità della vita e delle relazioni in un contesto di sicurezza sanitaria».
Dal geriatrico viadanese l’idea di riproporre quanto realizzato presso il Centro Servizi alla persona di Castel Franco Veneto, dove è stata realizzata una struttura che, tramite l’uso di materiale plastico trasparente e morbido, permetterà ad ospiti e familiari di abbracciarsi in sicurezza. Dai vertici della casa di riposo viadanese un appello rivolto all’amministrazione guidata sal sindaco Nicola Cavatorta, sollecitata a contribuire economicamente per replicare il progetto “Emozioni senza confini”, questo il nome dell’iniziativa già adottata dal centro anziani “Domenico Sartor”, anche nel comune rivierasco: «Chiediamo all’amministrazione di aiutarci a finanziare il progetto a Viadana affinché le visite da parte dei familiari agli ospiti della struttura Grassi possano tornare a soddisfare quello che è un “bisogno primario”. Le postazioni sarebbero separate tra loro da divisori per garantire la privacy e il distanziamento. Sono dotate di guanti per consentire il contatto fisico in sicurezza e di un sistema di cuffie con microfono integrato per permettere la comunicazione. I locali della Rsa garantirebbero il ricambio d’aria e verrebbero installati dei sistemi di sanificazione per una costante igienizzazione degli ambienti».
Dalla Fondazione Grassi si chiede il supporto dell’ente locale: «Purtroppo le ingenti perdite economiche subite dalla struttura e causate dalla pandemia non ci consentono di attuare autonomamente questo progetto. Per questa ragione ci serve l’aiuto del Comune: l’anziano deve essere una priorità in questo frangente. Ci aspettiamo l’immediato ascolto ed il sostegno, anche economico, per poter attuare questo progetto estremamente importante per la comunità».