Cambia l’ordinanza: suole chiuse solo per una settimana

SAN MARTINO – La decisione, come richiesto dall’Ats, di chiudere tutte le scuole di San Martino aveva creato qualche malumore, in primis tra i genitori, ma anche in municipio. Critiche per una chiusura totale che andava così a colpire anche quei bimbi che non avevano avuto un contatto diretto con la persona risultata positiva al Covid-19.
Una situazione che ieri, dopo lunghi confronti e consultazione, ha visto rettificare la decisione di chiudere per due intere settimane i plessi scolastici: «Ats – ha annunciato nel tardo pomeriggio di ieri il sindaco Alessio Renoldi – ci ha dato la possibilità di tenere chiuse le scuole solo per una settimana (anziché due), ma data la delicata situazione epidemiologica di San Martino d/A, chi rientra a scuola la settimana prossima e non è stato in quarantena (3° e 4° elementare) dovrà fare il tampone, che verrà eseguito dalle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale)».
Precisazioni dal primo cittadino sono poi arrivate anche in merito alle lamentele di alcuni genitori circa le modalità con cui era stata comunicata la chiusura delle scuole: una decisione che, per quanto necessaria, ha comprensibilmente messo in difficoltà molti genitori lavoratori. «Ci tengo a dire che ogni nostra azione come amministrazione comunale è sempre stata orientata a garantire la massima sicurezza dei cittadini, anche a costo di scontrarsi con l’interesse di gruppi di persone. Non va dimenticato che il nostro paese è nella situazione peggiore di tutta la provincia. L’aver pubblicato sui social network certe comunicazioni ci è stato imposto dall’urgenza della situazione, non di certo per non informare “ufficialmente” le persone. Abbiamo saputo solo sabato sera di alcune positività e le sole comunicazioni ufficiali avrebbero avvertito troppo tardi le famiglie. Lo stesso Comune ha ben quattro dipendenti a casa positivi al Covid, e questo non ha di certo aiutato a garantire il miglior servizio possibile, ma non posso che ringraziare gli assessori e i pochi dipendenti che domenica hanno lavorato facendo tutti gli atti necessari».