MANTOVA – Un ordine del giorno di maggioranza (primo firmatario il socialista Enrico Grazioli) ha dato vita alla protesta dei consiglieri della Lega verso quella che hanno definito «una nuova puntata della personalissima guerra del Pd e dell’amministrazione di Mantova contro la Regione Lombardia». Protesta finita con l’uscita dall’aula consiliare dei tre lumbard, il capogruppo Andrea Gorgati e i colleghi Eugenio Anceschi e Tommaso Tonelli, che proprio ieri è subentrato alla dimissionaria Alessandra Cappellari.
Per Gorgati, «dall’inizio del nuovo mandato di Palazzi, non c’è stato consiglio in cui la maggioranza non abbia attaccato la Regione. Persino pochi giorni fa il sindaco, assieme ai pari grado lombardi del Pd, ha pure scritto una lettera sui giornali nazionali. “Nulla di politico”, dicono loro. “Tutto di politico”, replichiamo noi».
Oggetto del contendere, l’istanza della maggioranza di chiedere al Pirellone più soldi per sostenere le rette delle Rsa. Ma per i lumbard la richiesta è indebita: «L’odg sulle nostre Rsa, “casualmente” è stato proposto oggi e mai prima d’ora, nonostante l’argomento sia stato già oggetto anche di pronunce della magistratura che ha sottolineato come il sistema della Regione sia del tutto in linea con le normative nazionali».
Silenzio sugli argomenti proposti in questi mesi dalla minoranza, incalza Gorgati, ma se si tratta di attaccare la Regione in una sede istituzionale, allora tutto va bene. «Ancora una volta si sottrae tempo ai veri problemi: la maggioranza trova tempo per scrivere un odg, quando bastava una lettera dei sindaci, che tante ne hanno mandate, per aprire eventualmente un confronto con gli uffici preposti».
Replica dalle pagine dei social il capogruppo della Lista Gialla Davide Provenzano: «
Con l’odg si chiede che la Regione riveda il sistema di rimborso, per la quota sanitaria, a parziale copertura delle rette in Rsa. La legge nazionale dice chiaramente che la quota sanitaria dovrebbe rappresentare almeno il 50% della retta. Il resto a carico dell’ospite. Ciò oggi, in Lombardia mediamente non avviene. Il rapporto è nettamente sbilanciato a carico di anziani, famiglie e Comuni, e a fronte di un’assistenza sempre più complessa. Sarebbe stato interessante aprire un confronto sul tema e sugli scenari futuri, soprattutto con chi rappresenta la maggioranza in Regione. Ma oggi abbiamo capito che esistono parole tabù e temi che non meritano un dibattito politico per i leghisti nostrani».