MANTOVA “Il piano vaccinale lombardo prosegue tra incertezze e ritardi. Serve ascoltare i territori e garantire che nessuno venga lasciato indietro. Fin qui, c’è stato poco ascolto e poca chiarezza, soprattutto per quanto riguarda la provincia di Mantova. Provincia che vai, Ats che trovi: le risposte purtroppo non sono le stesse. Ma anche in generale, i ritardi si sprecano”.
E’ questo il commento della consigliera regionale del PD Antonella Forattini al termine della Commissione Sanità in Regione Lombardia, oggi, a cui ha partecipato il direttore generale Welfare Trivelli.
“Domani, finalmente, si terrà con incredibile ritardo l’incontro con i medici di base per pianificare i vaccini agli over 80 che non possono spostarsi da casa. Ancora nessuna notizia, invece, per i malati cronici under 80. Indietro anche la pianificazione degli hub per la vaccinazione massiva che, a quanto ci hanno detto, non apriranno prima di metà aprile”.
“Intanto, sul ritardo nella consegna dei vaccini che ha coinvolto Mantova nei giorni scorsi, Trivelli è stato ancora vago e ha parlato di questioni logistiche. Spero che questa scarsa attenzione non venga applicata anche nell’individuazione dei poli vaccinali necessari alla fase 2 e alla vaccinazione di massa, dove servirà garantire capillarità sul territorio. Trivelli ha confermato che le Ats potranno stipulare appositi contratti di scopo con gli ospedali privati e, auspico, anche con gli ospedali privati accreditati come quello di Suzzara, che potranno affiancare i poli vaccinali principali (nel nostro caso Mantova e Pieve) già a partire dalla vaccinazione degli ultra ottantenni. Questo risolverebbe, ad esempio, il problema del Basso Mantovano che così potrebbe appoggiarsi all’ospedale di Suzzara, limitando i disagi ai cittadini. Invito, quindi, la direzione generale dell’ATS a confermare questa intenzione e i Sindaci del territorio a farsi voce attiva per stimolare una scelta di questo tipo”.
“Nel frattempo – conclude Forattini – tra ritardi e una generale mancanza di comunicazione, l’assessore Moratti rifiuta di venire in Commissione Sanità, lasciando la patata bollente al direttore Welfare. Una scelta poco rispettosa del principio di dialogo istituzionale e di confronto tra le parti”.