MANTOVA Potremmo chiamarla “la rivincita di Gianluca Pecchini”. O forse, più semplicemente, il ripristino della verità. O, comunque, di un quadro lontano anni luce da quello che ci avevano raccontato. Dell’infamante accusa di sessismo, rivolta via social da Aurora Leone e dal suo compagno Ciro Priello al vicepresidente del Mantova (spinto, per questo, a dimettersi dal ruolo di dg della Nazionale Cantanti), è rimasto ben poco. Perfino il “quarto d’ora di celebrità” che i due Jackal si sono abilmente costruiti sembra agli sgoccioli: l’ultima apparizione in tv del gruppo comico risale a domenica sera da Amadeus per… pubblicizzare il loro libro (guarda un po’).
Nel frattempo Pecchini è passato al contrattacco. Non prima di aver concesso alle sue presunte vittime la possibilità di raccontare come fossero andate effettivamente le cose. Di fronte al loro silenzio, è passato alle vie legali. Per tutelare la sua immagine, rovinata da accuse non provate e prese per oro colato da un’opinione pubblica sempre più condizionata dal web. Ora, a distanza di una settimana dalla famigerata cena, sta emergendo un quadro degli eventi molto diverso. Emerge che Pecchini non avrebbe mai pronunciato le frasi incriminate; che le sue dimissioni sarebbero state “concordate” per calmare le acque e salvare la Partita del Cuore; che i primi ad essere manipolati dal web (e quindi ad alimentare il putiferio) sarebbero stati proprio alcuni artisti (da Ramazzotti in giù) che, prigionieri di interessi personali e senza nemmeno sincerarsi di cosa fosse realmente accaduto, non hanno esitato a schierarsi dalla parte degli accusatori. Siamo insomma al ribaltamento dei ruoli: da colpevole che era, Gianluca Pecchini è diventato parte lesa. Lo step successivo sarà la riabilitazione completa? È ancora presto per dirlo. Così come non è dato sapere quanti “giustizialisti”, nel qual caso, avranno l’onestà di chiedere scusa all’interessato. La vicenda prosegue, non più sui social ma negli uffici legali. A quale epilogo porterà, per usare le parole di Mogol (uno che Pecchini l’ha difeso dal primo momento) “lo scopriremo solo vivendo”. Forse.