MANTOVA – Riescono ad entrare nella linea telefonica della banca e truffano una donna che intendeva verificare la veridicità di un assegno che avrebbe voluto incassare per la vendita di un prezioso orologio Rolex. Scatta così il maxi raggiro da 10mila euro, per il quale ieri un 49enne originario di Napoli ma residente a Codogno è stato condannato alla pena di otto mesi, pena non sospesa considerato il carico di condanne e precedenti sulla fedina penale dell’uomo. Del costoso orologio si sono completamente perse le tracce ormai da anni.
Tutto è successo tra ottobre e inizio novembre del 2016. In quell’occasione infatti una coppia di coniugi mette in vendita su eBay un prezioso orologio modello Rolex Oyster Perpetual Date in oro. Prezzo di vendita: ben 10mila euro. Qualche tempo dopo la pubblicazione dell’inserzione su internet, si fa avanti uan persona interessata all’acquisto. È il 49enne. I coniugi, residenti a Curtatone, si accordano con quello che poi sarebbe risultato essere il loro truffatore: l’appuntamento è alla stazione ferroviaria di Mantova.
Quando la coppia e il 49enne si incontrano, questi porge ai due venditori un assegno circolare del valore di 10mila euro emesso dalla banca Unipol di Avezzano, in provincia de L’Aquila. La donna però decide di fare una verifica: chiama la filiale del Boma della Banca Popolare di Mantova e chiede di verificare che l’assegno non risulti scoperto e che in poche parole sia tutto regolare.
Ed è proprio qui che scatta la maxi truffa. La donna infatti chiama e dall’altro capo risponde un’impiegata della banca mantovana. La quale a sua volta fa partire un’altra telefonata per eseguire la verifica sull’assegno: ma dall’altro capo del filo non c’è una collega bancaria, bensì qualche complice del 49enne che, evidentemente, con un raggiro era riuscito a farsi confermare dagli ignari venditori qualche banca avrebbero chiamato. E così anche l’impiegata dalla Popolare, all’oscuro di tutto, si trova a parlare col complice del truffatore che, ovviamente, conferma come l’assegno sia del tutto regolare.
Conclusa la telefonata e sicuri che sia tutto sotto controllo, i due coniugi cedono l’orologio al 49enne che in cambio lascia l’assegno. La bruttissima sorpresa arriva però di lì a poco tempo: quando i coniugi si recano effettivamente in banca per incassare i 10mila euro, gli impiegati della filiale non possono fare altro che spiegare che no, quel consistente assegno è falso.
Nel frattempo il 49enne aveva fatto perdere le proprie tracce e insieme con lui anche il prezioso orologio, che poi non è stato più trovato.
Senza perdersi d’animo marito e moglie, consapevoli di aver perso una somma davvero considerevole, sporgono allora denuncia. I carabinieri si mettono all’opera e riescono a ricostruire tutta la vicenda per la quale ieri il 49enne è finito a processo (del complice o della complice, invece, nessuna traccia). Ieri il 49enne è stato condannato a otto mesi (pena non sospesa) e una multa di 200 euro. Il difensore d’ufficio ha già annunciato l’intenzione di fare ricorso.