A Mantova tira sempre una brutta aria. Al terzo posto per inquinamento in Lombardia

MANTOVA  Il 2022 si conferma l’ennesimo anno di “aria cattiva” in Lombardia. Con pochissime variazioni rispetto ai precedenti, a guadagnare i primati negativi per quanto riguarda le polveri sottili sono Milano e Cremona, con Mantova sul terzo gradino del podio. Il dato che emerge nell’analisi di Legambiente Lombardia sui dati Arpa sottolinea come le due fonti primarie di emissioni che danno luogo agli elevati livelli di particolato sospeso, siano il traffico automobilistico per Milano e le emissioni zootecniche per Cremona e Mantova.
Nell’ordine, sono dunque Milano (con 81 giorni di superamento del limite), Cremona (64 giorni), Mantova (62 giorni), Brescia (57), Lodi (56), Monza (55), Pavia (53) e Como (37) le città che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto concerne le giornate di smog elevato, con polveri oltre i 50 microgrammi/mc: 35 giorni all’anno secondo le vigenti norme europee.
Bergamo, ferma invece a 34 giorni, potrebbe farcela a restare al di sotto del limite europeo se le condizioni meteo degli ultimi giorni dell’anno favorissero un ricambio d’aria, mentre Lecco, Sondrio e Varese, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in «zona salvezza». Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in virtù delle quali devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo. La normativa europea sulla qualità dell’aria è in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti. Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi “libera dallo smog”.
La buona notizia è che nessuna città lombarda supera il valore limite su media annua stabilito dalla normativa europea (40 microg/mc per le polveri sottili), quella cattiva è che nessuna città lombarda si colloca al di sotto dei valori di riferimento per la salute umana fissati dall’Oms (15 microg/mc): in Lombardia si continua quindi a respirare aria di pessima qualità.
Sono sempre le città della pianura (Milano, Cremona e Mantova in testa) ai vertici della classifica per cattiva qualità dell’aria, mentre la situazione è leggermente migliore per i capoluoghi pedemontani (nell’ordine, Como, Bergamo, Varese e Lecco), oltre che per Sondrio. Guardando però al dato medio (Pm10 per tutte le centraline urbane dei 12 capoluoghi lombardi), a deludere è il trend. Dopo i risultati positivi di riduzione dell’inquinamento conseguiti negli scorsi decenni, l’andamento dell’ultimo quinquennio è piatto. Nessun peggioramento significativo, ma anche nessun cenno di miglioramento.