MANTOVA Non più tardi dello scorso mese di giugno erano 14 in totale le aggressioni a personale medico sanitario segnalate dal pronto soccorso del Poma tramite il pulsante rosso, sistema di sicurezza adottato su tutto il territorio nazionale, che nell’ospedale cittadino era attivo dalla fine di agosto 2023, ovvero otto mesi prima. Praticamente meno di due segnalazioni al mese di media. Nel frattempo la situazione è peggiorata e non di poco. Dall’ospedale, infatti, fanno sapere che attualmente la media di segnalazioni tramite il pulsante rosso è di una decina al mese. Ma oltre a questo dato, a risaltare è anche la tipologia dell’aggressore: la maggior parte di essi, infatti, è formata da pazienti comuni che si comportano in maniera violenta sia verbalmente che fisicamente con gli operatori sanitari, che siano medici, infermieri, barellieri o autisti, come nel caso dell’ultimo episodio accaduto mercoledì scorso. Con la differenza che in quest’ultimo caso a mettere la mani (e anche i piedi visto che sono volati sia calci che pugni) è stato un 30enne senza fissa dimora e con problemi di tossicodipendenza. Quest’ultimi, tra l’altro, era finito al Poma la sera precedente, quando era stato soccorso in stazione dove si era procurato una ferita a un braccio. Dopo essere stato medicato e dimesso il 30enne aveva passato la notte nella sala d’attesa esterna al pronto soccorso, e il mattino seguente aveva attaccato briga con l’autista di un’ambulanza innescando un’aggressione che lo aveva fatto finire in carcere per poco più di 24 ore. Paradossalmente quello che sarebbe l’aggressore-tipo è in realtà in minoranza rispetto a chi effettivamente mette le mani addosso al personale ospedaliero. Maschio e italiano medio, questo l’identikit di molti protagonisti di questi episodi da pulsante rosso. Oltre a questi ci sono poi quelli che passano senza questo tipo di segnalazione. Di fatto dopo i primi giorni del Covid, quando chiunque portasse un camice bianco veniva identificato ora con un angelo ora con un soldato, si è passati, ma per certi semplicemente tornati, a considerare medici e infermieri come i primi responsabili dei tanti problemi e disservizi in cui si dibatte da tempo la sanità nazionale. Qualcosa che non si può risolvere premendo il pulsante rosso per le emergenze, e mano ancora prendendo a pugni il prossimo.