MANTOVA La tecnologia trasforma l’agricoltura e la (tele) trasporta nel terzo millennio. Per il settore agricolo, infatti, il digitale rappresenta un’evoluzione fondamentale, fornendo un’infrastruttura per massimizzare la produzione e prendere decisioni migliori in un contesto di sostenibilità ambientale ed economia circolare. Di questo si è parlato ieri pomeriggio presso il teatro Bibiena con il professor Bruno Basso, docente presso la Michigan State University. Il professore, conversando con Alberto Agliotti nella cornice del festival “Food & Science”, è uno dei massimi esperti internazionali di agricoltura digitale. «La tecnologia – ha spiegato a una platea più che attenta – è fondamentale ma dev’essere utilizzata correttamente, per risolvere definitivamente le problematiche di questo settore». L’obiettivo, infatti, non dev’essere solo la massimizzazione del raccolto ma creare un sistema agricolo sostenibile: un percorso di sviluppo ed evoluzione che coinvolge tutte la filiere del settore agro-alimentare, perché attraverso la tecnologia digitale e la robotizzazione sia possibile affrontare le sfide ambientali e socio-economiche del futuro. «Tramite i satelliti possiamo fotografare giornalmente l’andamento del raccolto – ha quindi spiegato – creando una mappa di stabilità della resa della coltura; l’intelligenza artificiale ci aiuta nel prendere le decisioni migliori, coltivando meno terra, ma con più profitto. La robotizzazione, inoltre, sopperisce alla graduale mancanza di lavoratori in questo settore – ha quindi proseguito -. Poiché il tempo dell’agricoltura non è immediato bisogna basarsi su una visione a lungo termine e servono politiche utili ad incentivare investimenti nel lungo periodo – ha concluso Basso -, creando modelli di produzione e distribuzioni integrati e intelligenti».
Antonia B. Baroni