Auto schilometrate, a processo gli ultimi due soci di Belfanti

Il tribunale di via Poma

Mantova Con l’ammissione degli elementi probatori è di fatto scattata, ieri, l’ultima tranche processuale relativa all’annosa vicenda delle auto d’importazione di seconda mano vendute con contachilometri manomessi e già costata al principale imputato, Piervittorio Belfanti, una condanna definitiva a 5 anni per associazione a delinquere oltre ad ulteriori 2 mesi e 4 giorni patteggiati per il solo capo d’accusa di truffa. Ed è proprio in merito a questa seconda ipotesi di reato che, innanzi al giudice Maria Silvia Siniscalchi, si è aperta l’istruttoria dibattimentale nei confronti degli ultimi due accusati, su otto totali, che a suo tempo non avevano scelto di avvalersi di riti alternativi o della istanze di stralcio e riunione delle relative posizioni processuali con l’altro giudizio principale a questo connesso. Si tratta di Fabio Milani, 44enne venditore d’auto veronese, e Salah Eddine M’Hamdi, 36enne marocchino ritenuto dagli inquirenti lo “schilometratore” del gruppo. Stando alle indagini, l’organizzazione avrebbe importato auto di seconda mano dalla Germania tramite società con sede sia all’estero che in Italia create appositamente con lo scopo di evadere l’Iva. Le vetture (Bmw e Audi) sarebbero state quindi vendute in Italia con chilometraggi palesemente alterati al fine di aumentare il guadagno dalla loro vendita. Le società coinvolte erano state individuate in Rumiatti Broker Service Srl (Romania), New Cars Sofia Ltd (Bulgaria), Sport Kars Sofia Odd (Bulgaria), Ilizwe Invest Sro (Repubblica Ceca), Euro Kars Sofia (Bulgaria) per quel che riguarda l’estero, mentre per l’Italia figuravano Mediaservice Srl, Gold Car Srl, Formula Auto Srl, Formula Wagen Srls, Car Gas Srl, Ktm Srls, tutte riconducibili a Belfanti e con sede a Mantova tranne la Car Gas Srl dislocata invece nel Reggiano. L’inchiesta, nata come seguito dell’operazione Remax del 2016, era quindi sfociata nell’operazione Formula, che nel giugno del 2017 aveva portato ad indagare 17 persone, 11 delle quali sottoposte a misura cautelare. Uno scenario quello delineato dagli inquirenti che portava fuori dai confini nazionali mentre in Italia il meccanismo ruotava principalmente attorno alla Gold Car di via Spalti a Cittadella.