Delitto del Boma, chiesti 36 anni complessivi per i due imputati

MANTOVA Doppia richiesta di condanna, nello specifico a 20 e 16 anni di reclusione, quella avanzata ieri dal pubblico ministero Lucia Lombardo nei confronti dei due presunti responsabili del delitto del Boma, rispettivamente Abdelwahad Hoshush, 32enne marocchino e del connazionale Bouchta Bouchari, 35 anni, entrambi giudicati con rito abbreviato. Nello specifico il fatto di sangue era occorso la notte del 2 luglio 2021, nel piazzale del centro commerciale La Favorita.
Vittime del brutale pestaggio, perpetrato a colpi di mazza da baseball, Atilio Ndrekaj, 24enne albanese all’epoca domiciliato da qualche tempo nel capoluogo virgiliana a casa di uno zio (costituitosi parte civile unitamente al fratello del giovane deceduto con l’avvocato Omar Bottaro) e Pierfrancesco Ferrari, 37 enne di San Giorgio (anch’egli a processo quale parte civile con l’avvocato Arianna Monelli). Il primo deceduto all’ospedale Carlo Poma dopo quarantottore di agonia, il secondo invece, sopravvissuto fortunatamente a quello che fin da subito era apparso come un agguato in piena regola addebitabile, secondo l’ipotesi inquirente, ad un regolamento di conti in materia di stupefacenti. Stando infatti agli elementi probatori addotti sarebbe stato il 32enne, a giudizio con gli avvocati Marina Manfredi del Foro di Brescia e Stefania Giribaldi del Foro di Cremona, a percuotere ripetutamente al capo, a percuotere ripetutamente al capo il giovane albanese dopo avergli sfilato di mano la mazza con cui la vittima si era presentata all’appuntamento.
Sulla base di tali elementi la difesa dell’imputato, a cui viene altresì contestata la recidiva specifica, innanzi al gup Arianna Busato ha invocato l’attenuante della legittima difesa con contestuale richiesta di riqualificazione del capo d’accusa principale da omicidio volontario a preterintenzionale. L’amico invece, (difeso dall’avvocato Emanuele Luppi), agendo a suon di pugni e bottigliate, avrebbe ricoperto sì un ruolo da comprimario, ma pur sempre determinante nel portar a compimento l’intento delittuoso. Sentenza attesa a metà gennaio.