MANTOVA Un tuffo tra fantasia e realtà nell’accogliente cornice del cortile della Casa del Mantegna nell’ambito del tema “Parenti serpenti; avventure avvincenti”. Progetto culturale che si rivolge a giovani in età dai sette ai nove anni, periodo della vita dove molte nozioni si apprendono anche attraverso storie fantastiche che prendono spunto da fatti realmente accaduti. Ieri pomeriggio, infatti, un gruppo di bimbi e bimbe è stato abilmente coinvolto grazie alla presentazione del libro: “La gamba di legno di mio zio” di Fabio Stassi in un mondo dove l’immaginazione si mescolava con il vivere quotidiano di un dodicenne timido che però amava leggere.
Stassi, in definitiva racconta le sensazione da lui provate nel tradizionale appuntamento natalizio tra le mura domestiche, e in più parla della sua infanzia nella quale la lettura aveva per taluni versi il sopravvento sulla parola.
Nel sottolineare questo aspetto evidenzia, anche come durante il periodo scolastico il suo cognome è divenuto motivo di scherno da parte dei compagni di classe.
Il tutto avvenne a seguito di una puntualizzazione fatta in aula dalla maestra che affermò che il congiuntivo del verbo stare fosse “stessi” e non “stassi” come il cognome di Fabio.
Da quel momento a lui venne appiccicato il nomignolo di “congiuntivo sbagliato” e così venne chiamato da tutti per alcuni anni. Tornando al momento forse più avvincente del libro, si giunge al punto in cui il protagonista della storia fa la conoscenza di un “vecchio” energumeno con la gamba di legno.
Personaggio che scoprirà poi essere suo zio, ma che la sua immaginazione l’aveva portato, perché era assorto nella lettura del romanzo di Moby Dick poco prima di incontrarlo, ad identificarlo nella figura del capitano Achab.
Da qui ne scaturiscono situazioni che stimolano la curiosità dei bimbi e delle bimbe presenti che si sento quindi parte attiva della storia.
Paolo Biondo