Familiari lasciati senza cibo: 3 anni e mezzo a 58enne per mancata assistenza

MANTOVA Era finito a processo circa le accuse di maltrattamenti, lesioni personali e violazioni degli obblighi di assistenza familiare. Sul banco degli imputati un 58enne magrebino residente a Canneto sull’Oglio. L’uomo, già sottoposto dalla scorsa estate all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, al divieto di avvicinamento alle persone offese nonché all’allontanamento dalla casa familiare, a seguito di una serie di violazioni, era dunque finito in carcere in esecuzione di un’ordinanza di aggravamento di dette misure cautelari. In particolare, i fatti a lui ascritti si riferivano a reiterate condotte violente e vessatorie da lui perpetrate in ambito domestico ai danni della moglie e dei quattro figli. Nello specifico, come appurato in sede dibattimentale, l’uomo, si era reso soprattutto responsabile del mancato mantenimento della famiglia. Ad esempio provvedendo a fare la spesa solo per sé, nascondendo le buste appena acquistate in auto per non farle vedere ai figli, nonché mangiando in solitaria e obbligando gli altri congiunti a guardarlo. E se il cibo avanzava lui era solito gettarlo anziché condividerlo con gli altri. Circostanze queste tutte confermate dai figli in sede di incidente probatorio. Inoltre, benché lavoratore regolarmente assunto e in Italia da oltre vent’anni, era solito chiedere soldi alla moglie – percettrice di assegni familiari e di una piccola somma di reddito di cittadinanza – da utilizzare per scopi e vizi del tutto personali, come giocarli alle slot machine. Riconosciuto colpevole delle imputazioni a lui addebitate, ieri mattina, il 60enne è stato condannato dal collegio dei giudici a 3 anni e 6 mesi di reclusione a fronte dei 6 anni e mezzo avanzati in requisitoria dal pubblico ministero Lucia Lombardo. (loren)