Botte ai genitori, figlio violento a processo ma la presunte vittime ritrattano

MANTOVA – Insulti, offese, minacce, aggressioni sia verbali che fisiche; il tutto perpetrato nel tempo ai danni dei propri genitori. A processo, circa le accuse di maltrattamenti in famiglia, è così finito un cittadino italiano di 42 anni residente nel capoluogo virgiliano. I fatti a lui ascritti risalivano ad un periodo antecedente il 21 agosto del 2022 quando, a seguito di denuncia presentata ai carabinieri di Mantova dalle stesse presunte vittime, era prontamente scattata la procedura legislativa concernente il cosiddetto “codice rosso” e confluita altresì in un provvedimento di divieto di avvicinamento alle persone offese disposto dal questore. Una situazione familiare divenuta quindi insostenibile, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, con reiterati episodi violenti posti in essere dal figlio all’indirizzo dei congiunti: come quando, sempre secondo il novero delle contestazioni a lui ascritte, avrebbe preso a calci il padre oppure sputato in faccia e minacciato di morte e la madre. Ieri mattina però, nel corso del processo a lui instaurato innanzi al giudice Gilberto Casari, il padre e la madre dell’imputato, escussi in qualità di testimoni della pubblica accusa, hanno a sorpresa modificato radicalmente la propria versione, minimizzando sulla vicenda e asserendo che le incomprensioni con il figlio erano perlopiù legate a suoi problemi psicologici e a un carattere difficile. Inoltre, sempre per ammorbidire la posizione dell’accusato, ammettendo in aula di non pensare che, presentando querela nei confronti del figlio, finissero per metterlo nei guai. Prossima udienza il 7 luglio fissata per l’esame dell’imputato.