MANTOVA Oggi alle 17 si insedierà il nuovo consiglio d’amministrazione della fondazione universitaria che rimarrà in carica per il quadriennio 2023-2026… salvo imprevisti. Perché infatti, già alla vigilia dell’appuntamento con le nuove cariche non sono mancati segnali di insoddisfazione, sia da parte di alcuni membri uscenti, sia da parte di membri confermati, ma che vedono in qualche modo violate le normative in materia di cariche designate da enti pubblici.
Qualche perplessità riguarda il procedimento con il quale vengono scelti i consiglieri, il quale si fonda sulla presentazione del curriculum vitae. Il risultato nondimeno parrebbe orientarsi verso scelte discrezionali dei titolari.
Sia per la Provincia che per il Comune – questa è la censura – vengono mossi rilievi di scarsa osservanza dei titoli e meriti riscontrabili in ogni curriculum, circa i quali non sarebbe stata effettuata una debita comparazione. Come dire, in quel Cda non si entra per meriti ma per simpatie. E dunque, perché chiedere il curriculum, se poi a risultare decisiva sarà la simpatia del designato verso l’ente di riferimento?
Qualora i nomi sortiti dalle indiscrezioni della vigilia dovessero essere confermati, sono già state ventilate azioni di merito in altre sedi. Ricorsi che possono spaziare, appunto, dal mancato riconoscimento dei titoli degli esclusi, oppure anche – e in alcuni casi lo si suppone – situazioni di conflitto d’interessi che andrebbero a inficiare la validità delle nomine.
La stessa provincia, circolano rumors, avrebbe sacrificato il nome di Federico Bucci, prorettore del distaccamento del Politecnico milanese, poiché avrebbe avuto, se designato, il ruolo di controllore-controllato. Eppure tale cautela non sarebbe stata adottata da altri enti, dove soggetti appartenenti ad altri atenei che hanno compartecipazione con la Fum sono stati comunque designati a gestire il nascente Cda, pur nell’evidente condizione di incompatibilità.
È ufficiosa la notizia che proprio su questi temi si aprirà la discussione dell’assemblea odierna dei soci, oltre che sulla necessità di reperire fondi necessari ad allargare l’offerta formativa, soprattutto dagli enti locali mantovani.