MANTOVA «Se li vedete, avvertite il 112». È l’appello lanciato dal comando provinciale dei carabinieri di Udine nei confronti di Edmond ed Eduard Trushi, i 38enni gemelli albanesi specialisti in furti con la tecnica del “foro nell’infisso” e ora sospettati di nuovi colpi. Con questo sistema avevano messo a segno centinaia di raid negli ultimi anni tra, Nord-Est, Piemonte e Lombardia. Il problema è che i due, con base mantovana e soprannominati i “gemelli Lupin” sono praticamente identici e grazie anche alla somiglianza del loro Dna, l’avevano fatta franca per molto tempo. Finché tecniche più accurate, come l’analisi delle loro impronte digitali, che restano differenti, avevano permesso di incastrarli e arrivare alla loro condanna nel 2020 da parte del Tribunale di Mantova a 2 anni e 2 mesi. In precedenza avevano ricevuto altre due condanne a Pordenone: la prima a 6 anni e 10 mesi e la seconda in appello a 5 anni e 5 mesi per 41 furti. Avevano ricevuto anche un provvedimento di espulsione dall’Italia. Nel 2014 i carabinieri erano riusciti a trovare del Dna su un’auto rubata. Da quelle tracce erano risaliti a Eduard Trushi, ma nel processo che si svolse nel 2016 venne assolto in quanto non era stato possibile «oltre ogni ragionevole dubbio» stabilire chi, tra lui e il fratello, fosse al volante. Dall’inchiesta era infatti emerso che l’impronta genetica era troppo simile tra i due e avrebbe richiesto analisi più approfondite. Nel luglio 2015 era stata perquisita la loro casa a Castiglione delle Stiviere dove erano stati ritrovati circa 300mila euro di refurtiva. Ora però sembra che siano tornati rimettendo in piedi il sodalizio criminale. Gli inquirenti li ricercano come presunti autori dei nuovi colpi. (lor)