MANTOVA Quando lei era la sua fidanzata la picchiava perché era geloso, incurante anche del fatto che fosse incinta. Quando l’aveva lasciato la pedinava, minacciandola e coprendola d’insulti. Un anno e tre mesi d’inferno per una ragazza che all’epoca dei fatti aveva tra i 15 e i 16 anni; due anni e otto mesi di reclusione per Jameil Zeiri, 25enne tunisino di Lunetta, condannato ieri per stalking e minacce dal tribunale di Mantova. I fatti di cui si è discusso ieri davanti al giudice Maria Silvia Siniscalchi risalgono a un periodo che va dal giugno 2018 al settembre 2019. Una relazione più che tormentata quella tra il tunisino e una ragazzina italiana, sfociata in un brutto caso di atti persecutori simile a quei tanti casi che hanno portato a un tragico epilogo. Questa sarebbe rimasta incinta per due volte e in entrambi i casi avrebbe interrotto volontariamente la propria gravidanza., Ma del suo stato interessante il 25enne non si sarebbe mai curato granché visto che stando a quanto emerso dal processo l’avrebbe picchiata più volte perché era geloso. In un caso, solo perché qualcuno gli aveva mandato un messaggio sul cellulare in cui gli diceva che lei lo aveva tradito, il 25enne l’aveva presa per i collo per poi sbatterle la testa contro il muro tappandole la bocca perché non urlasse, quindi l’aveva rincorsa dopo che lei si era divincolata e l’aveva picchiata di nuovo. Le cose erano peggiorate quando lei lo aveva lasciato: prima aveva inscenato un tentativo di suicidio davanti a casa della giovane, ma visto che la cosa non aveva dato il risultato sperato era passato alle vie di fatto, pedinandola e aggredendola per strada, all’uscita da scuola. In un caso l’aveva seguita sull’autobus che la portava a casa da scuola, dove l’aveva coperta d’insulti e rincorsa, afferrata alle spalle e picchiata quando era scesa. In un altro caso il tunisino era entrato in casa della giovane scavalcando una finestra, e quando un vicino sentendo la ragazza urlare era accorso0 in sua difesa, il 25enne l’aveva minacciato di morte con un grosso coltello da cucina. Ieri si è tenuta la discussione del processo. Il Pm Elena Pacchioni ha chiesto una condanna a due anni e 8 mesi di reclsuione; richiesta accolta da giudice, che ha invece respinto quelle dell’avvocato Francesco Pacchiarini, che ieri sostituiva il titolare della difesa, avvocato Francesco Ferrari. (cad)