Imprenditoria al femminile, Mantova in fondo alla classifica con tutto il nord Italia

MANTOVA   Un paese al contrario. È quello che emerge dall’ultimo report dell’Ufficio Studi di Cgia Mestre riguardo alle imprenditrici. Nel 2023, le donne italiane in possesso di partita Iva che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste sono risultate le più numerose tra tutti i paesi dell’Unione Europea; questo nonostante l’Italia continui ad avere il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa. Oltre al primato europeo per il numero di donne imprenditrici, è di assoluto rilievo anche il fatto che le province italiane con la maggiore incidenza di imprese femminili siano del centro sud, mentre in coda a questa graduatoria ci siano le province del nord Italia. Mantova si piazza in 85ª posizione con 6.980 imprese femminili per una percentuale pari al 21,3% su un totale di 32.707; in pratica solo un’impresa su 5 è al femminile. Un male comune a tutto il nord industrializzato: dietro la nostra provincia ci sono infatti Varese, Brescia, Lecco, Verona, Genova e Bergamo, fino al fondo della classifica, dove dalla posizione 101 alla 105 si trovano nell’ordine Monza Brianza, Reggio Emilia, Bolzano, Trento e Milano (le ultime due posizioni riguardano due province i cui dati non erano disponibili, ndr). Per contro in una classifica che vede sul podio Cagliari, Benevento e Avellino, la prima provincia del nord è La Spezia al 18° posto mentre la seconda è Sondrio in 37ª posizione. Per contro, riformulando la classifica nazionale in base al numero assoluto di imprese femminili, in vetta c’è la Città Metropolitana di Roma con 76.519 attività “in rosa”, seguita da Milano con 57.341, Napoli con 55.904, Torino con 44.051 e Bari con 27.975. Circa il 56% delle donne imprenditrici attive nel nostro Paese è impiegato nel settore dei servizi alla persona (quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, lavanderie, ecc.) e nei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro). Inoltre, poco meno del 20% opera nel commercio, mentre poco oltre il 10% è attivo nell’industria alberghiera, un ulteriore 6% nell’industria e nell’agricoltura. Numerosi studi a livello internazionale dimostrano come l’imprenditoria femminile possa rappresentare una chiave per incrementare l’occupazione femminile; infatti le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi.