In otto mesi 121 morti sul lavoro, per la Lombardia dati allarmanti

MANTOVA Tra il gennaio e l’agosto del 2024 in Lombardia si sono registrate 121 morti sul lavoro, con un incremento dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sulla scorta di tale bilancio emergenziale, emerso dalla presentazione del rapporto di Confcooperative Lavoro e Servizi Lombardia, si è tenuto, ieri a Milano nell’ambito delle iniziative promosse dalla Regione per la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, un confronto per divulgare l’importanza del tema ai cittadini e alle scuole a cui hanno partecipato gli Ordini lombardi dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Tsrm e Pstrp). Ad introdurre la cerimonia di apertura della Settimana, a Palazzo Pirelli, è stato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, che interrogato sul contributo delle professioni sanitarie ha dichiarato: «Fondamentale il ruolo dei professionisti della salute attivi nell’area della prevenzione, che offrono uno sguardo trasversale a tutti gli aspetti connessi al mondo della sicurezza sul lavoro». Presente anche Alberto Righi, presidente dell’Ordine Tsrm e Pstrp di Mantova e tecnico della prevenzione: «Nonostante i professionisti competenti in materia di sicurezza e salute sul lavoro siano chiaramente individuati dalla legge – ha argomentato Righi – fin troppo spesso i loro spazi professionali sono erosi da altre figure prive delle qualifiche necessarie, anche nella pubblica amministrazione. Finché il nostro ruolo non sarà pienamente riconosciuto, non si potrà parlare di salute e sicurezza sul luogo di lavoro». «Agli Ordini che rappresentiamo afferiscono le professioni sanitarie della prevenzione: gli assistenti sanitari e i tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (Tpall) – ha spiegato Luigi Peroni, coordinatore degli Ordini Tsrm e Pstrp della Lombardia nonché presidente del medesimo Ordine di Brescia. «Il Tpall, in particolare, è la figura preposta alla vigilanza in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di lavoro, mentre l’assistente sanitario, oltre a elaborare programmi di educazione alla salute, si occupa della sorveglianza sanitaria e delle indagini di malattia professionale». «La provincia di Milano registra il triste primato delle morti sul lavoro, mentre a Lecco c’è stato un aumento di decessi del 200% rispetto all’anno scorso. Urge un cambiamento culturale», ha commentato Diego Catania, presidente dell’Ordine di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio: «La sicurezza sul lavoro non può più essere un tema affrontato in retrospettiva e in un’ottica sanzionatoria: bisogna intervenire a monte, attraverso un’attenta pianificazione del rischio e a un’opportuna azione educativa rivolta ai lavoratori e ai datori di lavoro». «Non si può improvvisare sulla salute dei lavoratori – ha affermato Davide De Scalzi, presidente della Commissione d’Albo Tpall di Milano -. Il tecnico della prevenzione rappresenta una delle poche figure professionali con competenze altamente specializzate e riconosciute nel campo della sicurezza sul lavoro». «L’educazione a una cultura della prevenzione deve partire dai banchi di scuola – ha concluso Enrica Tidone, presidente della Commissione d’Albo degli assistenti sanitari di Milano. “L’assistente sanitario è la figura di riferimento per questa azione educativa e per l’elaborazione di programmi di formazione volti a sensibilizzare i lavoratori sulla prevenzione dei rischi».