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E’ difficile per gli imprenditori ricordare il passato perché il loro interesse è da sempre il futuro. Eppure andando alle radici della loro storia le imprese conservano la memoria degli uomini che le hanno rese quelle che sono.
Da qui è partita l’idea di Confimi Industria di presentare il libro del presidente Paolo Agnelli che racconta quattro generazioni di imprenditori bergamaschi che hanno fatto dell’alluminio il loro Oro Grigio (questo il titolo del volume).
“Abbiamo scelto di raccontare questa storia in un castello della pianura bresciana, nel centro di una zona che è uno dei motori italiani – sottolinea Francesco Ferrari, presidente di Confimi Industria Lombardia – oggi la Regione Lombardia è forse quella che in Italia è meglio riuscita a coniugare la storia con il futuro, evitando di trasformarsi in un museo ma valorizzando la storia e continuando ad investire in innovazione, sapere fare e cultura del lavoro”.
Il Castello di Padernello ha accolto oltre 90 imprenditori che hanno partecipato al dialogo tra i due presidenti: Francesco Ferrari, il regionale, che ha incalzato con le sue domande Paolo Agnelli, il nazionale.
Una delle prime domande è stata sulle differenze tra chi apriva un’azienda, in Italia, a fine ‘800 e su chi oggi crea una start up.
E qui Paolo Agnelli fa subito un parallelismo con i ‘Millenials’ di oggi. “Il viaggio che mio nonno ha fatto in Montenegro, ad esempio, altro non è che uno stage internazionale per perfezionarsi. E tornare in Italia con un nuovo metallo e un know how acquisito è di certo un vantaggio”.
La presentazione ha visto anche la partecipazione di Alessandro Mattinzoli, assessore di Regione Lombardia alla casa e all’housing sociale che ha sottolineato come sia importante conservare la memoria del passato senza trasformarla in nostalgia.
Molti i parallelismi tra ieri e oggi in un dialogo scandito da immagini e suoni di una vicenda aziendale che ha seguito la grande storia italiana: dalla fine del 1800 alle due guerre mondiali, dal boom economico degli anni sessanta agli anni di piombo per arrivare all’Italia di oggi, sempre in bilico tra la grande qualità del Made in Italy e l’incapacità della politica di valorizzare le imprese italiane.
Francesco Ferrari incalza Agnelli sul doppio ruolo di imprenditore titolare di un importante gruppo industriale e di presidente di Confimi Industria. Alla domanda sulle analogie tra l’Italia di oggi e quella del passato la risposta è illuminante “Prima -sottolinea Paolo Agnelli – era tutto da inventare. Oggi, al tempo stesso, è tutto da cambiare. L’impegno necessario è simile. E penso alla quarta generazione della mia famiglia e alle sfide che sta e dovrà affrontare. Si tratta di una moderna ‘guerra economica’ fatta di politiche protezionistiche e dazi, economia circolare e transizione ecologica, il risiko delle materie prime e i prezzi delle stesse e quelli dell’energia”.
Al termine della presentazioni molti applausi e la voglia di tanti imprenditori di provare a raccontare anche le loro storie perché è importante non perdere questo patrimonio di persone e personaggi, imprese e lavoratori, difficoltà e successi e soprattutto tanto sacrificio e tanta voglia di fare. Se nel caso della grande storia si dice che “chi non la studia è condannato a ripeterla” nel caso delle imprese di successo possiamo dire che “chi non conosce le loro vicende ripete gli stessi errori o ne commette di nuovi”.
L’ultima esortazione di Paolo Agnelli è per i giovani di oggi: “il libro gli può essere utile perché dà il messaggio che ‘tocca muoversi’ come mio nonno, Baldassare Agnelli, che nella Milano del 1894 perde tutto all’improvviso e a soli dodici anni si adatta a fare i mestieri più disparati, finché non si diploma, trova lavoro e viene mandato in viaggio nei Balcani: una sorta di Erasmus del lavoro che sarebbe utile anche oggi”.