MANTOVA Un malessere, più che una malattia, durato appena un mese, e poi l’arresto cardiaco inatteso ieri mattina all’ospedale di Mantova, ha chiuso l’esistenza terrena di Mario Perani, il “l’onorevole farmacista” come molti amici lo chiamavano. Per la storia mantovana, può a buon diritto essere definito l’ultimo deputato democristiano della prima repubblica.
Nato a Guidizzolo 86 anni fa, era della stessa classe di Berlusconi, verso il quale si orientavano le sue ultime simpatie politiche, ma vissute ormai più da spettatore che da protagonista. Dopo gli studi liceali, si laureò in farmacia nell’ateneo di Parma, e di lì a poco iniziò l’apprendistato a Campitello, in parallelo con l’inizio della propria vita sentimentale con Anna Violi, maestra elementare parmense conosciuta a Volta Mantovana in una festa di paese nel 1957 (in ottobre avrebbero festeggiato i 60 anni di matrimonio).
Ma un’altra seduzione riempiva negli anni verdi la sua vita: la passione per la politica. Come il nonno Giuseppe, più volte sindaco di Guidizzolo, e come pure il padre, entrambi di estrazione cattolica, prese parte attiva alla vita della Dc divenendo anche consigliere comunale a Marcaria, dove nel frattempo lavorava.
Bisogna arrivare agli anni ’70 per vederlo approdare nel capoluogo; nel 1987 rilevò la popolare farmacia di via Chiassi nella quale a tutt’oggi lavora il figlio Remo, e l’anno successivo venne scelto dalla direzione del partito per la candidatura al Parlamento, ove rimase per due legislature sino al 1992.
Politicamente figlio di Bruno Vincenzi, l’on. Perani non nascose mai le sue simpatie forlaniane e per l’ala destra della sua Dc, che lui servì da tecnico con numerose interrogazioni e otto disegni di legge alla Camera a sfondo sanitario, oltre che come presidente del “Carlo Poma” e membro del Comitato provinciale per la medicina specialistica. Nei primi anni ’60 fu anche docente incaricato di chimica farmaceutica all’università di Parma.
Sempre sul versante politico, ricoprì la carica di segretario provinciale della Dc, prima della svolta post-Tangentopoli, quando aderì con Vincenzi alla neonata Udc casiniana assieme a Gilberto Sogliani, alternandosi con questo nelle cariche di presidente e segretario provinciale. Di lui Sogliani ricorda «l’uomo integro, ma non “integralista”: anzi, era sempre accomodante, mai spocchioso o litigioso, senza nemici. Un vero politico di mediazione, una persona di buon senso e sempre versato a esprimere tanta ironia».
Finita anche l’esperienza centrista dell’Udc, Perani passò nei ranghi dell’area cattolico-moderata del Pdl, trovando però sempre più argomenti di distanza dalla vita politica attiva, riservandola a discussioni “accademiche” sui tavolini del Sociale animate da lui e dall’amico imprenditore Romano Freddi. Ormai si era chiusa un’èra per lui ricca di soddisfazioni. Gli rimaneva la famiglia e dei figli tutti indirizzati a seguirne tracce e insegnamenti. Oltre a Remo, che ha preso il suo posto nella farmacia di via Chiassi, la figlia Manuela è anch’essa farmacista alla “San Pio X”, mentre Marco è primario radiologo all’ospedale di Suzzara.
Ieri il brusco arresto di tante passioni. Domattina alle 10 le esequie in Duomo, quindi la tumulazione a Guidizzolo nella tomba di famiglia.