MANTOVA – Arriveranno lunedì i conti della variazione di bilancio che il vicesindaco Giovanni Buvoli ha predisposto per fronteggiare la gran quantità di dati incorsi nell’anno a modificare il previsionale approvato lo scorso dicembre. Un anno che ha visto complessivamente 7 milioni di minori entrate e molte spese in più non previste a seguito della pandemia e delle relative misure di contenimento.
Ma fra le pieghe del bilancio presentato in commissione l’altro ieri alcuni dati sono degni di nota per descrivere un andamento generale della città e della stessa situazione pandemica. Intanto, fra le maggiori spese denunciate da via Roma, balzano all’occhio i 500mila euro che l’ente ha stanziato per contenere le rette delle Rsa cittadine. Una misura che va a giustificarsi con l’aumento sensibile dei costi per ogni singolo ospite che le strutture di gestione Aspef – e dunque di natura comunale – hanno dovuto affrontare in questo anno di emergenza.
Ma un altro dato, parallelamente, va preso in considerazione, sempre rimanendo nel computo delle maggiori spese: quello dei 120mila euro destinati ai servizi cimiteriali gestiti dalla multiutility Tea a causa dei maggiori decessi registrati nell’anno in corso. Cifre in “dare” del Comune che vanno a calmierare i costi altrimenti riversati sull’utenza.
A fronte dell’aumento di spese per i servizi cimiteriali tuttavia vanno anche registrate maggiori entrate; sono infatti 160mila euro quelli derivanti da un incremento delle funzioni espletate dalla Tea, in gran parte derivate dall’uso intensivo del forno crematorio di Borgo Angeli, mai così attivo come quest’anno, quando la Tea si è prestata a servire molte province in crisi per l’esorbitante aumento dei decessi da covid 19. Ma anche questo è un dato da leggersi in negativo, seppure contabilmente preceduto da un segno “più”.
Il rimanente della lunga fila di dati porta a considerare l’emergenza come un autentico terremoto la cui forza d’urto ha finito per minacciare pesantemente anche le pur solide casse comunali. Alle mancate entrate da pass, parcheggi e multe, vanno a sommarsi persino gli aggravi sulle ordinarie amministrazioni dei trasporti scolastici, sulle mense scolastiche che hanno funzionato al minimo storico, per non dire dei costi di sanificazione (solo per le lampade sanificanti nelle scuole sono andati 80mila euro) e di attrezzature didattiche.