MANTOVA Ha litigato con il suo fidanzato che l’ha riempita di botte facendola finire in ospedale, da dove è poi uscita con un certificato medico dal quale risultava che le lesioni che aveva subito erano giudicate guaribili in 20 giorni. Un giorno in meno di quelli necessari per fare scattare le indagini d’ufficio; indagini che non scatteranno mai perché la vittima non sarebbe intenzionata a sporgere querela. È questo il momentaneo epilogo di un caso da “codice rosso” che non esiste. Il fatto (non) è capitato alcune notti fa in un paese dell’immediato hinterland mantovano, dove una 26enne sarebbe stata pestata a sangue dal suo fidanzato al termine di una lite furibonda. La giovane si è poi recata al pronto soccorso del Poma dove sarebbe arrivata intorno all’una di notte pare con mezzi propri. Ai medici che le hanno chiesto cosa le era successo, la ragazza avrebbe inizialmente fornito delle risposte un po’ vaghe, ma incalzata dalle domande avrebbe infine ammesso di essere stata picchiata dal suo fidanzato. Mentre la 26enne veniva medicata delle lesioni riportate, partiva una segnalazione alle forze dell’ordine su questo episodio, ma alla fine, quando alla ragazza, medicata e dimessa con 20 giorni di prognosi, veniva spiegato che poteva procedere con una querela di parte nei confronti del suo aggressore, lei avrebbe risposto dicendo che non voleva denunciare nessuno. Un caso che non esiste, dunque, come molti casi, troppi ancora, che rimangono sommersi, nonostante negli ultimi tempi siano sempre più numerosi gli episodi di violenza di genere scoperti dalle forze dell’ordine. Solo alcuni giorni prima di questo fatto c’era stata l’aggressione di un’altra giovane da parte del proprio fidanzato in pieno giorno in un bar nel comune di Borgo Virgilio. In quel frangente la vittima, una 25enne, aveva trovato il coraggio di denunciare il fidanzato violento grazie anche all’aiuto dei genitori che l’aveva accompagnata dalla Polizia. Un coraggio e un supporto di cui purtroppo non tutte le vittime possono disporre.