MANTOVA «Assolutamente nulla» viene definita da Michele Annaloro, capogruppo pentastellato in consiglio comunale, la possibilità di ammorbidire la linea anti-palazziana mantenuta dal suo movimento in questi anni di mandato amministrativo. Del resto, sostiene, persino i 14 mesi di convivenza romana dei 5 Stelle con la Lega non avevano sortito alcunché a livello periferico: «Non abbiamo avuto rapporti costruttivi con la Cappellari (ex capogruppo in via Roma, ndr) in tutto quel tempo; semmai il contrario, visto che proprio la Cappellari, passata in Regione, ha contribuito a far bocciare il nostro referendum sulla Grande Mantova», puntualizza Annaloro.
Quanto a modificare i rapporti fra il gruppo consiliare e il Pd palazziano, per il pentastellato sarebbe ingiustificabile: «La nostra posizione è nota: questo sindaco ha spianato la strada all’inceneritore Pro-Gest, e ha perfino fatto un triplo salto mortale carpiato per fare sì che persino la Forattini in Regione facesse saltare il referendum sulla Grande Mantova. Tutte le nostre battaglie Mattia Palazzi le ha ostacolate, arrivando persino a bocciare la nostra proposta, condivisa da 9 consiglieri di minoranza, per nominare Vanna Segala nel Cda della fondazione Mazzali. Come potremmo iniziare un dialogo e costruire qualcosa con uno così? Dovrebbe Palazzi fare dei passi indietro, ma per me allo stato dei fatti tutto resta come prima: opposizione».
Ma quel passo indietro lo stesso sindaco non è certo disposto a farlo. Secca infatti la replica di Palazzi: «Nel 2015 tanti elettori anche dei 5 Stelle hanno scelto noi e non Annaloro. I cittadini vedono da quattro anni una città in movimento, dai cantieri al turismo, ai nuovi posti di lavoro a Valdaro e nella prossima Esselunga, alle politiche per la sostenibilità, dalla ciclabilità, all’aumento del teleriscaldamento, al rigore tenuto sulla vicenda Progest che, ricordo, ha in essere contenziosi legali solo col Comune di Mantova. Al di là del colore politico credo – prosegue – che i mantovani, quando votino per il sindaco, votino per chi ha dimostrato di fare le cose che servono, non per chi ha sempre e solo detto no, provando a bloccare sempre tutto, con qualsiasi mezzo. Le nostre politiche su molti punti trovano consenso anche da elettori dei 5 Stelle, e credo che questo Annaloro lo sappia bene».
Dal canto loro comunque i consiglieri pentastellati guardano con distanza la stessa alleanza di governo in discussione a Roma. Ancora, sottolineano Annaloro e il collega Tommaso Tonelli, la piattaforma Rousseau non è stata aperta al voto per monitorare l’indice di gradimento di una tale soluzione governativa. Tonelli ironicamente “pensa di non pensare” sul da farsi. Annaloro meno laconicamente si dichiara in attesa di vedere quali saranno le liste dei ministri che verranno proposte. Dopodiché prenderà una decisione, ferma restando la sua posizione politica nel movimento vicina a quelle di Di Battista e Paragone.