MANTOVA C’è poco da interpretare e da cavillare sulle scelte del popolo di centrosinistra: i numeri sono schiaccianti. Nelle primarie del Pd, giunte ieri al turno di ballottaggio, Elly Schlein ha stravinto nel mantovano, confermando la tendenza che in via del tutto previsionale si sta profilando anche su scala nazionale. Se i parziali resi noti in serata dovessero trovare conferma, sarà lei, e non il governatore emiliano Stefano Bonaccini, la nuova segretaria del Partito democratico, che va a succedere al dimissionario Enrico Letta. In ogni caso, la risposta dei mantovani è stata inequivocabile in termini percentuali: la Schlein ha distanziato di una decina di punti percentuali il suo avversario, tanto in città che in provincia.
Le cifre dicono che al voto, in tutto il comprensorio virgiliano, sono andati, fra iscritti o semplici simpatizzanti (questi ultimi hanno dovuto però versare 2 euro per l’accesso alle urne) 7.252 persone, e solamente 44 sono stati i voti non validi. Esito schiacciante: Bonaccini ha raccolto 3.196 preferenze (44,1%), mentre la sua avversaria 4.056 (55,9%). Quasi 12 punti percentuali nella cinquantina di circoli che raggruppavano alcuni comuni. Ma in deciso parallelismo si può valutare il voto dei cinque circoli del capoluogo, dove i votanti sono stati 1.621, appena 8 le schede non valide, fra bianche e nulle, e questo lo scrutinio definitivo: Bonaccini 728 (45,1%) e Schlein 885 (54,9%).
Si è insomma ribaltato il quadro del primo turno del 19 febbraio, quando sui quattro candidati (in pista c’erano anche Cuperlo e la De Micheli) in città Bonaccini raccolse 115 preferenze, pari al 67%, e la Schlein 45 (26%). In quella circostanza avevano però votato solamente gli iscritti dem. Da sottolineare peraltro che questo ribaltamento di sorti è avvenuto nonostante l’aperto sostegno a Bonaccini da parte del sindaco Mattia Palazzi, dei suoi esponenti di giunta e della Lista Gialla.