Migliaretto, chi lo vuole e chi no. Non sarà un altro caso-Paiolo?

MANTOVA Andrà in consiglio fra pochi giorni il Dop, il documento programmatorio della giunta, e con esso le osservazioni e gli emendamenti presentati dai consiglieri: 36 in tutto, 20 dei quali solo del leader delle minoranze Stefano Rossi (Mantova ideale), ma fra quelli di Pier Luigi Baschieri, capogruppo di Forza Italia, c’è anche la richiesta di acquisizione del Migliaretto da parte del Comune, accompagnata dalla proposta di un concorso di idee circa la sua futura destinazione.
La proposta lanciata dall’azzurro non vede d’accordo nemmeno tutti io partner del centrodestra. Storicamente contraria è la Lega al passaggio di quei 275mila metri quadri al demanio comunale, ma anche Fratelli d’Italia non vede di buon occhio questo passaggio di proprietà dal demanio statale a quello di via Roma. Men che meno Mantova ideale.
Eppure il centrodestra non si spiega come mai il primo papabile acquirente dell’area non sia stata la Regione, che vantava pure un diritto di prelazione sul decreto interdirettoriale del 2022 fra ministero delle infrastrutture e delle finanze che di fatto toglieva ogni vincolo aeroportuale.
Il disinteresse della Regione rimane speculare a quello forzato della Provincia, che ben difficilmente potrebbe indebitarsi per acquisire quel sedime. Il sindaco Mattia Palazzi da anni sostiene di avere idee per il suo utilizzo (area verde attrezzata, cittadella dello sport, nuovo stadio eccetera), ma anche lui non è chiaro dove troverebbe i soldi per acquisirlo, specie poi dopo che ha appena acceso un mutuo ventennale per adeguare lo stadio ai dettami della Serie B.
Ma anche l’ipotesi di ricavarvi un eliporto a supporto del “Carlo Poma” è ipotesi superata, da quando l’Asst ha deciso di ricavare la piazzola dell’elisoccorso sul tetto del costruendo “Blocco E”. Resta un’ipotesi, che più allarma gli ambientalisti: quella di una possibile speculazione edilizia dietro l’angolo. Se ne potrà avere contezza dopo la riscrittura del Pgt, fermo al 2017. Certo lo spettro di un nuovo “caso Paiolo” allarma molti.