MANTOVA Il reclutamento avveniva via web con la pubblicazione di annunci di lavoro a tempo indeterminato; quindi dopo aver ricevuto le candidature da parte di giovani ragazze italiane scattava l’addestramento delle stesse per essere avviate alla prostituzione e al loro sfruttamento all’interno di centri massaggi dislocati in diverse città. Un modus operandi questo, consolidato e utilizzato anche dalla titolare del salone di via Montanelli nell’area commerciale Quattro Venti a Curtatone. Accanto alle dichiarate tecniche di massaggio indiano, infatti, il centro olistico Karma offriva un’altra vasta gamma di servizi, quali per l’appunto prestazioni sessuali a pagamento. Gli uomini della Squadra Mobile di piazza Sordello, dopo settimane di appostamenti sono quindi entrati in azione lunedì mattina. A carico della donna che gestiva la struttura, una 37enne italiana residente a Pescara ma di fatto domiciliata a Mantova, oltre ad una denuncia per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione è stata altresì applicata come disposto dal gip di Ancona, la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di provenienza. L’indagine, avviata dalla questura mantovana in modo autonomo è quindi confluita in un filone investigativo più ampio su impulso della procura del capoluogo marchigiano. Nell’ambito dell’operazione denominata “Vishudda” è finito in carcere un 40enne pugliese ritenuto assieme a sua moglie – messa ai domiciliari – l’ideatore del sistema. Altre due donne, oltre alla 37enne pescarese, sono state sottoposte ad obbligo di dimora mentre l’abitazione di una sesta indagata a piede libero è stata perquisita. In corso d’indagine sono dunque stati sequestrati 9 immobili che ospitavano i centri massaggi situati oltre che a Curtatone anche ad Ancona, San Benedetto del Tronto, Bologna, Faenza, San Giovanni Marignano (Rimini), Pescara e Barletta. Nel complesso erano una cinquantina le ragazze tra i 20 e i 30 anni che si prostituivano senza costrizione e a rotazione nei vari saloni. Al termine del blitz al centro Karma sono stati apposti i sigilli; sequestrati pure cellulari e 7500 euro in contanti, l’equivalente dell’incasso di un mese.