MANTOVA Ad incastrarlo erano state le tracce ematiche da lui involontariamente lasciate sulla “scena del crimine”. Nei guai, dopo le rilevazioni scientifiche dei Ris di Parma, era così B.K., un cinquantenne cittadino albanese, denunciato per furto in abitazione. I fatti a lui ascritti risalivano al gennaio del 2021 quando, a San Benedetto Po, l’uomo aveva messo a segno un raid nell’abitazione di un’anziana. Nello specifico l’uomo, approfittando della temporanea assenza della padrona di casa e introdottosi previa forzatura di una finestra, dopo aver messo a soqquadro tutte le stanze, era riuscito ad impossessarsi di un quadro di discreto valore. La vittima, non appena accortasi del fatto, aveva chiesto l’immediato intervento dei carabinieri i quali, grazie a un accurato sopralluogo avevano rinvenuto e repertato, nei pressi della finestra, una macchia di sangue lasciata dall’autore del colpo, feritosi nella circostanza in corso d’effrazione. Le successive analisi, eseguite sul reperto biologico dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, avevano così permesso di estrarne un profilo genetico ignoto, a cui era poi stato possibile associare l’identità del ladro grazie alla comparazione con i profili dei pregiudicati già inseriti nella banca dati del Dna. Per tale precipuo fatto predatorio ieri l’uomo è stato condannato dal giudice Raffaella Bizzarro a quattro anni di reclusione. (loren)