Tipicità affidate a Grandi, “Attila”delle tipicità

tortelli

MANTOVA A chi affidare il progetto di promozione delle tipicità mantovane nel settore dell’enogastronomia? L’offerta potrebbe essere ampia, e basterebbe consultare le guide enogastronomiche consolidate per trovare i nomi dei ristoratori pentastellati (in senso enogastronomico, non politico), che scorrono da Nadia Santini a Romano Tamani o ad altri ancora. Ma il Comune di Mantova, nel convincimento di promuovere le tipicità mantovane nel contesto dell’East Lombardy (il distretto della Lombardia orientale per il quale ha già impegnato varie risorse e numerosi progetti) affida invece l’in – carico di promotore ad Alberto Grandi, già consigliere d’opposizione zaniboniano, passato in corso di mandato amministrativo 2015-2020 a supporto della maggioranza del sindaco Mattia Palazzi.
Dove sta l’incongruenza? Nel fatto che Grandi, docente associato di scienze alimentari all’università di Parma, è salito agli allori delle cronache per il proprio libro pubblicato da Mondadori “Doi – Denominazione di origine inventata”, nel quale ribalta scientificamente molte superstizioni correlate alla cucina “tipica” italiana.
Il tortello con la zucca? Non può essere una tipicità mantovana, dimostra Grandi, alla luce del fatto che le stesse zucche furono introdotte in tempi molto tardi. Il Parmigiano Reggiano? La sua vera formulazione originaria è quella che troviamo nel Parmesan del Wisconsin più che nei protocolli dei consorzi di tutela. Il pomodoro pachino? È una invenzione israeliana. Pure la “sbrisolona” stando ad alcuni post su Facebook del professore, ha ben poco da accreditarsi come “prodotto tipico”, così come la gran parte della pasticceria tipica virgiliana. Insomma il fatto curioso è che l’am – ministrazione abbia conferito mandato tecnico di sostegno delle proprie tipicità proprio a colui che ha costruito la propria credibilità accademica smantellando i vecchi presupposti per restituire al mito dimensioni storiche.