MANTOVA Nell’officina da lui da poco rilevata erano stati rinvenuti rifiuti pericolosi, tra cui prettamente scarti di lavorazioni meccaniche, nonché una copertura in eternit ormai fuorilegge. Sul banco degli imputati, circa reati in materia ambientale, era così finito un 49enne cittadino brasiliano all’epoca residente nel capoluogo virgiliano. Nello specifico i fatti a lui addebitati risalivano all’inizio del 2018 quando a seguito di un controllo delle forze dell’ordine erano stati scoperti all’interno del capannone in via Taliercio a Mantova, da lui utilizzato da circa tre mesi come luogo di lavoro, cumuli di rottami meccatronici e di veicoli. Inoltre, ad una più attenta verifica era risultato come la copertura dello stabile, ormai obsoleta, fosse costituita da lastre di fibrocemento contenente però amianto. Per tale seconda precipua contestazione era quindi stato chiamato in causa altresì il precedente titolare dell’immobile a cui era spettato rimuovere e sostituire a proprie spese le lastre pericolose. Per quanto invece concerne il primo addebito era invece stato istruito un processo penale a carico del 49enne, sprovvisto però di regolare contratto di proprietà sull’edificio essendo stato in realtà stipulato al tempo solo un preliminare. Per questo motivo altresì, stante l’impossibilità ad accertarne con certezza la responsabilità, l’accusato – rappresentato dall’avvocato Giovanna Accorsi – è stato ieri mandato assolto con formula dubitativa, così come proposto in requisitoria dal pubblico ministero.