MANTOVA Tre condanne in abbreviato a dieci mesi ognuna e altre due a nove mesi, senza sospensione condizionale della pena, circa l’ipotesi di rissa aggravata. È quanto deciso ieri, dal giudice Maria Silvia Siniscalchi nei confronti dei cinque extracomunitari, tra indiani e bengalesi, finiti in manette lo scorso 12 agosto per la maxi lite a colpi di catene, davanti al supermercato Esselunga a Mantova. Il tutto era occorso attorno alle 22 che aveva visto fronteggiarsi senza esclusione di colpi due nutriti gruppi di giovani stranieri dileguatisi poi nel momento in cui le pattuglie dei carabinieri si erano portate sul posto. Non tutti però, tra la ventina di soggetti coinvolti, erano riusciti a darsela a gambe levate. Alcuni di loro erano stati medicati al pronto soccorso per ferite ritenute non gravi; tra questi in sei erano stati arrestati dai carabinieri accorsi, assieme a rinforzi di polizia e guardia di finanza, in piazzale Mondadori quando i due gruppi rivali si stavano ancora fronteggiando. A lanciare l’allarme erano stati alcuni residenti richiamati dalle urla dei contendenti. Il processo per direttissima si era quindi concluso con la convalida dell’arresto di tutti i ragazzi fermati. Uno di questi però, in assenza di procura speciale del difensore, aveva in tale sede scelto di affrontare il dibattimento che si aprirà il prossimo 9 gennaio, mentre gli altri avevano optato per il giudizio con rito alternativo. Stando invece alle richieste del pubblico ministero queste si constavano in condanne a un anno, e altre due 18 mesi di reclusione. L’avvocato Erica Pezzoli ha chiesto la conversione della pena in lavori di pubblica utilità. Una richiesta che il giudice valuterà entro gennaio.