MANTOVA Disturbo bipolare intermittente e della personalità. Questo quanto riscontrato in sede peritale dal dottor Stefano Fontana, psichiatra e criminologo di Parma, incaricato lo scorso aprile dal Tribunale di Mantova circa l’espletamento di consulenza psichiatrica relativa all’imputabilità o meno di un 52enne del capoluogo attualmente a processo per l’ipotesi di detenzione di materiale pedopornografico. Segnatamente la vicenda giudiziaria a lui addebitata nasce da un’indagine più ampia di competenza della Dda di Brescia. Nel gennaio 2020 gli investigatori avevano infatti sequestrato all’imputato uno smartphone all’interno del quale erano state ritrovate tre immagini di natura pornografica in cui erano ritratti dei minorenni. Da ulteriori accertamenti sarebbe così emerso come l’uomo, alla fine del 2019, avesse pure condiviso quelle stesse immagini benché da lui stesso in seguito cancellate. Per la difesa, di contro, le accuse andrebbero smontate sulla scorta di una grave forma di insonnia e sonnambulismo cui l’imputato avrebbe sofferto, oltre che di una fase maniacale, benché il perito abbia specificato come il sonnambulismo possa portare sì a comportamenti non consapevoli, in quanto supportato da un’alterazione della coscienza, come ad esempio il camminare di notte in assenza di stato di veglia, ma non contemplabile l’esecuzione di tali operazioni al computer, come lo scaricare o catalogare un file. Il giudice Giacomo Forte dal canto suo ha quindi chiesto al consulente, ricevendone da questi risposta negativa, se i vari disturbi di cui è affetto possano aver inciso sulla ricerca eseguita sul suo pc e se eventualmente, la ricerca possa essere stata una sorta di incidente di percorso con i file scaricati inavvertitamente. Il processo proseguirà il prossimo 20 novembre.