Sistema anti-teppisti: “Grande fratello” sugli autobus

Autobus

MANTOVA  Ci sarà un vero e proprio “grande fratello” sugli autobus. Lo scopo tuttavia non è quello di spiare autisti e passeggeri, ma soprattutto di garantire sicurezza al personale viaggiante, massime in certe aree urbane definite a rischio. Questa è la novità che si fa strada sui mezzi del trasporto pubblico Apam, anche in seguito a reiterate vicende che hanno messo soprattutto i conducenti in gravi difficoltà con alcuni soggetti che cercavano di eludere l’obbligo del biglietto.
Da tempo è stato introdotto il sistema che nella compagnia ha nome semplificato in codice di “pulsante rosso”, ossia un bottone di allarme col quale il conducente segnala alla centrale operativa Apam una situazione di disordine o di pericolo a bordo del mezzo. Più di recente sono state installate anche le telecamere, ma non sempre le due misure si sono rivelate soddisfacenti ai fini di indagini o di sedare intemperanze di passeggeri.
«Su sollecitazione dello stesso prefetto Gerlando Iorio abbiamo deciso di sommare anche i microfoni sui bus – spiega il presidente Apam Daniele Trevenzoli –. Per ora i dispositivi sono stati installati solo sui bus urbani in servizio nelle aree più a rischio. Poi il sistema si estenderà anche agli altri».
Non sempre, come precisa il presidente, il “pulsante rosso” e le telecamere venivano recepiti in tempo reale sui monitor della centrale operativa. Ora, il sistema combinato con l’audio potenzia le misure di pronto intervento: «Ci siamo serviti di software specifici approntati da una ditta specializzata che uniscono i tre dispositivi di allerta, video e audio. Il telefonino aziendale da solo non bastava più».
Quanto alle voci di alcuni dissensi per “violazione della privacy”, Trevenzoli è categorico: «La misura è stata adottata su sollecito del prefetto, previo un accordo sindacale».