MANTOVA – Per procedere, procede, ma a tempi biblici, con passo da lumaca. Questa è la sensazione non solo degli automobilisti che transitano ogni giorno in piazza Don Leoni davanti al cantiere per il sottopasso ciclo-pedonale della stazione Fs, ma anche dei residenti e dei taxisti. A detta dei quali – anche dopo gli stop per imprevisti affioramenti di acqua nelle prime escavazioni e la presenza di una conduttura non segnalata dalle carte – il cantiere non sembrerebbe affatto dare prova di procedere secondo i cronoprogrammi già divulgati.
A colpo d’occhio, dicono tutti concordemente, quel cantiere sembra nella maggior parte del tempo abbandonato. E quando pure siano presenti le maestranze addette alla realizzazione dell’infrastruttura, non si vedono più che due lavoratori all’opera. Il che potrebbe essere indizio di una scarsa priorità assegnata all’intervento, nonostante i disagi che lo stesso produce alla viabilità e alle stesse persone residenti sul lato stazione.
L’amministrazione comunale su questo argomento non interviene: si tratta di lavori attesi da almeno quarant’anni, aveva detto il sindaco Mattia Palazzi alla presentazione del progetto, e comunque tutti in capo a Rete ferroviaria italiana, che ne ha titolarità progettuale, quasi interamente economica ed esecutiva. Dunque, anche il rispetto dell’annunciato cronoprogramma spetta solo a Rfi, e a nessun altro.
Ma i disagi per i taxisti, spesso bloccati dal traffico lentissimo all’uscita dalle aree dello scalo Fs? E gli anziani, talvolta disabili, che abitano nelle case del lato stazione, come possono raggiungere l’unico attraversamento davanti all’imbocco della stazione, se per raggiungerlo si vedono costretti ad affrontare gli scalini della stessa?
Per affrontare questi rilievi l’assessore comunale ai lavori pubblici Nicola Martinelli si recherà in loco mercoledì mattina. Parlerà coi capisquadra oltre che coi cittadini.